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Tar boccia ricorso della Sfattoria, 140 animali saranno uccisi. Gli animalisti: “Pronti a resistere”

Il giudice del Tar del Lazio ha bocciato il ricorso della Sfattoria degli Ultimi: gli animali del rifugio saranno uccisi, ma gli animalisti non si arrendono.
A cura di Beatrice Tominic
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È stato respinto il ricorso presentato dai legali della Sfattoria degli Ultimi al Tar del Lazio. Il giudice del Tar del Lazio non ha riconosciuto il periculum in mora, cioè il danno grave e irreparabile dell'azione ordinata dalla Asl di Roma 1: 140, fra maiali e cinghiali, verranno uccisi. "Noi abbiamo lanciato l'allarme, adesso c'è bisogno dell'aiuto di tutti – dicono a Fanpage.it dalla Sfattoria – Ci aspettiamo di trovare un po' di persone dalla nostra parte". Gli animalisti non si arrendono: gli animali non saranno abbattuti nel breve periodo e la Sfattoria si sta già organizzando per presentare ulteriori documenti, a partire da un secondo ricorso al Tar.

"Il giudice monocratico non ha preso in esame le ragioni avanzate dai titolari e dalle associazioni animaliste intervenute ad adiuvandum (Enpa, Leal, Leidaa, Lndc e Oipa), ma ha respinto l'istanza non ravvisando, allo stato degli atti, un “caso di eccezionale gravità e urgenza, tale da non consentire neppure la previa notificazione del ricorso e la domanda di misure cautelari provvisorie con decreto presidenziale” – hanno scritto in un comunicato congiunto – A questo punto i ricorrenti trasformeranno l'istanza in ricorso ordinario con richieste di sospensiva. I tempi per la discussione dovrebbero comunque essere brevi".

Poi continuano chiedendosi:"Non c’è urgenza quand’è in ballo la vita di 130 animali? L’urgenza c’è e ci sono le motivazioni per annullare il provvedimento che dispone gli abbattimenti. Solo che queste ragioni devono essere esaminate: è quanto chiederemo nel nuovo ricorso. Nel frattempo, cioè finché non si entrerà nel merito, diffidiamo l’Asl Roma 1 dal procedere agli abbattimenti".

La risposta del Commissario Ferrari

Sulla vicenda, inoltre, si è già espresso anche il commissario straordinario per la peste suina, Angelo Ferrari, che a proposito della deroga all'abbattimento dei 140 maiali della Sfattoria ha commentato: "Non è accoglibile la richiesta di non procedere all'abbattimento dei suini in questione, anche tenuto conto della carenza ed inadeguatezza delle misure di biosicurezza come comunicato dall'Asl Roma 1″.

Diaco (M5S): "Maialini condannati all'elettroshock"

Venuto a conoscenza della decisione del Tar, anche il consigliere capitolino Daniele Diaco (M5S), ha commentato la vicenda: "Siamo allibiti. Un altro brutto capitolo in quella che sembra una decisione più burocratica che razionale: a farne le spese saranno animali con un passato di maltrattamenti, perfettamente sani e non destinati all'alimentazione – prima di aggiungere – Ora sappiamo anche come verranno uccisi: elettroshock. Ribadiamo la nostra richiesta, già inviata in forma scritta, al commissario per la peste suina e a Zingaretti: fermate questa barbarie".

La decisione della Asl

Dopo un primo avvertimento verbale, nella giornata dell'8 agosto 2022, la Asl di Roma 1 ha notificato l'ordinanza che prevede l'uccisione degli animali, maiali e cinghiali, presenti nella Sfattoria, come misura per contenere la peste suina africana, malattia che colpisce i suinidi e che, dallo scorso maggio, si sta diffondendo anche nella regione Lazio, dopo la Liguria e il Piemonte. Trovandosi in via Arcore, in zona Flaminia, all'interno della cosiddetta zona rossa, cioè quella individuata in base ai contagi, anche la Sfattoria dovrà procedere con l'uccisione dei 140 animali a rischio.  All'arrivo dell'ordinanza la Sfattoria aveva già annunciato il ricorso al Tar: oggi la richiesta è stata respinta, ma continua la lotta degli animalisti.

Gli animali della Sfattoria

Nella Sfattoria, uno dei tanti rifugi e santuari degli animali, vivono liberi 14o suidi, regolarmente microcippati e iscritti alla Asl come animali non DPA, cioè non destinati alla produzione alimentare. Visto che la Sfattoria si trova all'interno della zona rossa individuata come infetta per la peste suina, oggi sono tutti a rischio abbattimento: secondo la Asl, il provvedimento è previsto dalla legge ed appare fra le indicazione precise per l’attuazione delle misure di controllo ed eradicazione della PSA.

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