Tamponi rapidi dai pediatri, c’è l’accordo con la Regione: riguarderà 700 professionisti

Raggiunto un accordo tra pediatri e Regione Lazio: in seguito all'intesa raggiunta con FIMP e CIPE, anche loro potranno effettuare i test antigenici rapidi. Questi potranno essere eseguiti o nel proprio studio professionale oppure (nel caso i locali non siano idonei) nelle strutture messe a disposizione dalla Asl, dalla Protezione civile e dai comuni. Secondo quanto specificato dall'Unità di Crisi COVID-19 della Regione Lazio, i tamponi rapidi dai pediatri potranno essere eseguiti nei giorni festivi, prefestivi, sabato e domenica. L'esito del tampone deve essere comunicato online, secondo le procedure informatiche. Nel caso di positività, i pediatri dispongono l'isolamento del paziente e le certificazioni di fine periodo quarantena. "È un ulteriore passo in avanti per agevolare la capacità di testing e gli aspetti relativi alle certificazioni – spiega in una nota l'Unità di crisi Covid – L'accordo sottoscritto riguarderà gli oltre i 700 pediatri del servizio sanitario regionale".
Continua l'attività di testing della Regione Lazio
Dopo i laboratori privati e le farmacie, ora l'accordo c'è anche per i pediatri. Si tratta di un modo per alleggerire la pressione sui drive-in del Lazio, fortemente sotto stress nei mesi di settembre e ottobre, e consentire a chi deve fare un tampone di eseguirlo in tempi rapidi. Il Lazio si conferma una delle regioni dove l'attività di testing è più alta, dove si fanno più tamponi: solo ieri ne sono stati processati quasi 30mila. Non solo: nel Lazio, a differenza di altre regioni, il contact tracing non è ancora saltato e continua a tenere. Un'attività che da sola non basta: l'obiettivo primario, infatti, è quello di non affollare i reparti ordinari e quelli di terapia intensiva.
Punto di non ritorno fissato al 20 novembre
Nel Lazio sono stati superati i 3mila ricoveri. I pazienti gravi che necessitano della terapia intensiva sono al momento 273. Come dimostra il caso del Policlinico di Tor Vergata, i pronto soccorso della regione sono fortemente sotto stress. Entro il 20 novembre il rapporto nuovi ricoveri/dimissioni dovrà invertirsi, altrimenti i posti letto messi a disposizione per i pazienti Covid potrebbero non bastare più. Nonostante questo, il Lazio è una delle regioni dove l'andamento della pandemia è migliore rispetto ad altre: per questo, almeno per il momento, continuerà a rimanere zona gialla.