Tamponi rapidi a 60 euro, Regione Lazio diffida centro privato: “Ha triplicato il prezzo concordato”

La Regione Lazio ha diffidato un laboratorio privato che ha triplicato il prezzo di riferimento stabilito per effettuare i tamponi rapidi. Lo ha comunicato l'Unità di Crisi Covid 19. Si tratta di un centro che, nonostante il prezzo concordato di 22 euro a tampone rapido, obbligava i clienti a farne ben tre. "Uno solo non è attendibile, con tre invece siamo sicuri del risultato", dicevano a chi al telefono chiedeva di poter effettuare il tampone della Regione Lazio. Al momento solo 10 laboratori privati su 94 sono operativi: un ritardo dovuto all'approvvigionamento dei kit, che ancora non sono arrivati. In questo caos, con i drive-in sempre più pieni, molte persone che dovevano fare il tampone si sono quindi dovute rivolgere a chi questi test li faceva pagare 60 euro. E, stando a quanto denunciato da alcuni, la lista delle strutture che stanno gonfiando i prezzi non si limita a un solo laboratorio.
Caos drive-in, privati ancora inattivi
Da dieci giorni i drive-in di Roma e del Lazio sono in tilt: file di chilometri e attese di ore stanno sfiancando sia gli operatori sanitari sia i cittadini. La Regione e le Asl stanno lavorando per aprire nuovi punti di prelievo, ed è stata data l'autorizzazione ad alcuni privati per effettuare i tamponi rapidi, al prezzo concordato di 22 euro. Su 94 strutture, al momento sono solo 10 quelle operative. E, in questo marasma di linee intasate e appuntamenti disponibili tra una settimana, alcuni privati hanno alzato i prezzi. Un comportamento non in linea con gli accordi presi già segnalato da numerosi cittadini indignati, che ha portato alla prima diffida da parte della Regione Lazio.