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Stupro di Capodanno, alla festa pistola puntata al nipote del politico: “Ti scarrello in faccia”

Secondo quanto raccontato dal nipote di un politico presente alla festa, uno dei ragazzi invitati avrebbe portato una pistola, puntandogliela in faccia.
A cura di Natascia Grbic
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Spunta quella che potrebbe essere una pistola nel racconto fatto dai minori che hanno partecipato alla festa di Capodanno 2021 in una villetta a Primavalle. Secondo quanto dichiarato da uno di loro ai carabinieri, a tirarla fuori sarebbe stato un altro ragazzo. "Con la mano destra ha estratto qualcosa dal fianco, non sono sicuro se si trattasse di una pistola e mi ha minacciato: ‘Ti scarrello in faccia'". A riportarlo, è la Repubblica. Se si tratti di una pistola, o un altro tipo di arma, ancora non è chiaro. La pistola sarebbe stata puntata al nipote di un politico, chiamato dai militari a ricostruire quanto accaduto in quella casa, dove si sarebbe consumato un brutale stupro di gruppo ai danni di una minore, e dove sono girate ingenti quantità di droghe. Sono almeno sei i minori iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di aver portato la droga alla festa. Cocaina, Xanax, Rivotril, alcune delle sostanze e degli psicofarmaci che sono girati quella sera.

Gli inquirenti sospettano che la ragazza stuprata sia stata drogata a sua insaputa con la Ghb, la cosiddetta ‘droga dello stupro'. Dalle indagini è emerso che si trovava in una condizione di inferiorità psicofisica, "Non riuscivo a camminare, fissavo i muri, ho bevuto e fumato, non so se qualcuno mi ha messo qualcosa nel bicchiere, ho iniziato a perdere i sensi come se fluttuassi fuori da me stessa", il racconto della giovane. "Ero in una stanza con dei ragazzi che mi stavano toccando, ho fatto resistenza ma più di tanto non potevo perché non avevo forza, non avevo consapevolezza. Non ricordo nemmeno quando è arrivata la mezzanotte, dei ragazzi intorno a me mi insultavano, uno mi ha tirata per i capelli, uno mi ha preso la testa". Al suo risveglio era piena di lividi e sporca di sangue. Ricoverata in ospedale, è stata dimessa con un mese di prognosi. Poi la denuncia ai carabinieri, dove ha raccontato ciò che è accaduto, facendo i nomi dei suoi aggressori.

A incastrare i ragazzi arrestati, due finiti ai domiciliari e uno con l'obbligo di firma, sono state le intercettazioni telefoniche. Non sapendo di essere ascoltati dai carabinieri, si sono parlati al cellulare come nulla fosse, addossando la colpa di quanto accaduto non a loro, ma alla ragazza. Non solo. Anche i genitori di quei ragazzi si sono schierati dalla loro parte. Non una parola sul comportamento dei figli, solo parole di disprezzo per la giovane stuprata e suo padre. "Tu manni tu fija a 16 anni col lockdown, oltretutto n’abiti manco qua a ‘na festa e poi la mattina dopo te svegli e denunci? Ma che sei infame?".

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