Stupro a Tor Tre Teste, perquisita casa dell’aggressore: sequestrati i vestiti che indossava durante la violenza

Incastrato dall'identikit e dal ritrovamento dei vestiti che indossava il giorno degli stupri, rintracciati nell'abitazione di Nettuno. Continuano le indagini sulle violenze nel quartiere romano di Tor Tre Teste avvenute fra lo scorso 26 agosto scorsi e gli elementi a carico del ventiseienne arrestato due giorni dopo nei pressi della stazione Termini. Il primo stupro è avvenuto all'interno del Parco di Tor Tre Teste mentre il secondo, per il quale la Procura di Roma sembra abbia già chiuso le indagini, lungo la via Prenestina, alla fermata dell'autobus.
I vestiti rintracciati nella casa di Nettuno del ventiseienne
Il ventiseienne, arrivato dal Gambia in Italia nel 2021, lavora in un'azienda di Guidonia. Nei giorni delle violenze, avrebbe alternato l'assunzione di droga ai ritorni a casa, a Nettuno, dove viveva prima del trasferimento in carcere.
"Non ricordo niente, ero drogato", è quanto ha spiegato il giovane nel corso dell'interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari, prima che fosse disposta nei suoi confronti la custodia cautelare nel carcere di Regina Coeli, dove era stato portato dai carabinieri subito dopo il fermo, per il concreto il rischio di reiterazione del reato e il pericolo di fuga. Proprio nell'abitazione di Nettuno sono stati trovati i vestiti che indossava durante le aggressioni, durante i sopralluoghi.
Ad incastrare il giovane anche l'identikit fornito da una delle due donne violentate che sembra combaciare con l'aspetto del ventiseienne. È stato lo stesso identikit a permettere ai carabinieri di rintracciarlo alla stazione Termini seguendo il segnale gps del telefonino della vittima, derubato immediatamente dopo lo stupro.
I due stupri: la violenza nel parco di Tor Tre Teste
La prima violenza sessuale emersa alle cronache risale al 26 agosto 2025 ed è avvenuta nel parco di Tor Tre Teste ai danni di una sessantenne che era uscita a portare a passeggio il cane. Il ventiseienne si è avvicinato alla donna e l'ha violentata, poi le ha rubato il telefonino ed è scappato via. Soltanto dopo essere arrivato alla stazione Termini ha spento il dispositivo. Ormai, però, era troppo tardi. Il gps del cellulare aveva segnalato la sua presenza nello snodo ferroviario e confrontando le immagini di videosorveglianza della stazione con l'identikit è stato possibile risalire al volto dell'uomo.
Dalla stazione ha poi raggiunto la casa di Nettuno dove si è cambiato la maglietta prima di uscire di nuovo, continuando, però, a indossare lo stesso cappellino e da baseball e le stesse scarpe.
La seconda denuncia e l'identikit
Qualche ora prima, lo stesso ventiseienne aveva abusato di un'altra donna, una quarantanquattrenne. Lo stupro è avvenuto verso le 4 del mattina a una fermata dell'autobus lungo la via Prenestina. La donna stava rientrando verso casa dopo una serata con gli amici, quando si è avvicinato il ventiseienne. Prima le ha chiesto una sigaretta. Poco dopo l'ha trascinata in un vicolo e spinta su un cumulo di rifiuti.
Ad allertare le forze dell'ordine, una telefonata arrivata direttamente dal policlinico Agostino Gemelli dove si è rivolta la donna. Una volta in ospedale, i carabinieri hanno ascoltato la quarantaquattrenne che ha descritto l'uomo e, confrontando le foto delle videocamere, lo ha riconosciuto: così i militari hanno scoperto che si trattava della stessa persona. Anche in questo caso i vestiti che indossava sono stati rintracciati nella casa di Nettuno.