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Soffoca sua madre affetta da demenza senile: “Non dormivo da mesi, né portavo mia figlia a scuola”

Cristina Scarpetti, imputata per l’omicidio di sua madre affetta da demenza senile, è parzialmente capace di intendere e di volere. In aula ha raccontato la gravissima situazione famigliare che gestiva e di essere stata lasciata sola da tutti.
A cura di Alessia Rabbai
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Ha ucciso sua madre anziana affetta da demenza senile soffocandola a Passoscuro. Cristina Scarpetti, imputata a processo per omicidio, ha parlato davanti ai giudici della Corte d'Assise. Ha raccontato la drammatica situazione che viveva a causa della malattia di sua madre, Giovanna Scatena, affetta da una demenza senile aggressiva, un disturbo neurocognitivo. In tre occasioni l'imputata per la disperazione ha tentato il suicidio, non andando in ospedale solo per paura che le togliessero i figli. La sentenza è in programma per il 3 luglio.

Il racconto in aula

L'imputata è stata interrogata in aula dal suo avvocato Alessandro Marcucci in merito all soffocamento di sua madre. I fatti risalgono al 9 maggio del 2024. La donna, data la situazione che si trovava a gestire, è finita in una depressione maggiore, oltre al grave quadro famigliare aveva problemi lavorativi in quanto vicina al licenziamento.

Il Corriere della Sera ne riporta le dichiarazioni fatte: "Erano quattro, cinque mesi che mia madre non dormiva e di conseguenza nemmeno io. Da un mese non portavo mia figlia a scuola perché non riuscivo ad allontanarmi neanche dieci minuti da casa. Quella notte mia figlia si è svegliata piangendo, perché la nonna si aggirava nella sua stanza, spaventandola. Non riuscivo più a fare niente, ero diventata una inutile".

L'imputata parzialmente capace di intendere e di volere

Scarpetti ha spiegato di come fosse difficile la gestione di sua madre e che nel farlo si sentiva completamente sola: non mangiava, non si lavava, rifiutava i farmaci, aveva comportamenti aggressivi. Una condizione che, a dire dell'imputata, tutti conoscevano, compresi gli assistenti sociali, ma nessuno avrebbe fatto nulla di concreto per supportarla o comunque non avrebbe ricevuto le risposte alle sue domande. Ora spetta ai giudici esprimersi in merito all'accusa di omicidio. Per lo psichiatra la donna è parzialmente capace di intendere e di volere.

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