Silenzio su detenuti pestati al Mammagialla, l’avvocato dei magistrati indagati: “Equivoco processuale”

Il procuratore capo Paolo Auriemma e la sostituta Eliana Dolce sarebbero indagati per un ‘equivoco processuale‘. A sostenerlo, intervistato da Il Messaggero, è il legale dei due magistrati, Filippo Dinacci. Una questione tecnica che, secondo l'avvocato, ha creato un gigantesco malinteso.
"Siamo in presenza di un equivoco processuale – ha dichiarato l'avvocato – che nasce dalla richiesta di archiviazione del Tribunale di Perugia e fondato su una presunta violazione dell’obbligo iscrizione nel registro delle notizie di reato. L’iscrizione nel registro è regolata da una norma complessa che la stessa riforma Cartabia ha dovuto cambiare".
Auriemma e Dolce sono accusati di rifiuto e omissioni di atti di ufficio. Secondo l'accusa non avrebbero dato seguito alle denunce di diversi detenuti che avevano segnalato violenze e pestaggi nel carcere Mammagialla di Viterbo. Tra queste, anche quelle di Hassan Sharaf, il ventenne morto suicida nel 2018 e che aveva denunciato numerosi pestaggi da parte della polizia penitenziaria.
Il procuratore Auriemma è indagato perché "‘a seguito del deposito, l'8 giugno 2018, da parte del Garante per i detenuti del Lazio nel quale venivano riportate le dichiarazioni di diversi detenuti presso la Casa di reclusione ‘Mammagialla' di Viterbo, indebitamente rifiutava l'iscrizione nel registro delle notizie di reato, disponendo l'iscrizione dell'esposto solo l'11 agosto 2018 nel registro ‘modello 45′ (fatti non costituenti notizia di reato) nonostante dallo stesso emergessero specifiche notizie di reato quantomeno ai sensi degli articoli 582 (lesioni) e/o 571 (abuso dei mezzi di correzione)". L'udienza per decidere sul rinvio a giudizio si terrà a giugno.