Sfruttamento dei braccianti e sostanze tossiche sulle coltivazioni: sette arresti a Terracina
Ancora arresti per capolarato nella provincia di Latina, a Terracina. Sette persone sono state portate in carcere questa mattina dai carabinieri del comando carabinieri per la Tutela della salute di Latina e del nucleo carabinieri dell'Ispettorato del lavoro, con il supporto del nucleo elicotteri di Pratica di mare. Arresti sono stati fatti, nell'ambito della stessa operazione, anche a Venezia. Le accuse per gli arrestati sono associazione a delinquere dedita allo sfruttamento della manodopera straniera in agricoltura, estorsioni, impiego illecito di fitofarmaci non autorizzati nelle coltivazioni in serra. Quest'ultima accusa è molto grave perché riguarda anche la salute pubblica, compromessa da questi farmaci illegali. Ulteriori dettagli dell'operazione, fanno sapere i carabinieri, saranno resi noti nelle prossime ore.
Il dramma del capolarato nella zona di Latina
Una provincia, quella di Latina, dove il capolarato è purtroppo una realtà ben radicata da anni. Solo qualche tempo fa il rapporto dell’associazione ambientalista Terra!ha fatto venire alla luce un mondo fatto di sfruttamento, punizioni corporali, violenze e paghe da fame nei confronti dei lavoratori, la maggior parte di nazionalità indiana, costretti ad accettare condizioni di lavoro deprecabili. La zona dell'Agro Pontino, nella provincia di Latina, è una delle principali aree agricole del paese. Data anche la vicinanza con la città di Roma (circa 70km), questa zona è riuscita a crescere e svilupparsi. Ma non a beneficio dei lavoratori, che sono sempre più sfruttati. Le paghe sono molto basse, si può arrivare a un salario orario di 4,5 euro concordato o con il datore di lavoro o con il caporale (che in genere trattiene una parte della paga). Altre volte i braccianti vengono pagati a cottimo: a seconda del tipo di ortaggio, percepiscono dai 2 ai 3 centesimi a mazzetto.