Sedicenne ucciso al Circeo, l’automobilista incastrato dai video: “Non guidavo io”

"La macchina è mia ma non guidavo io". Così Gioacchino Sacco, l'uomo accusato di aver ucciso Federico S., il 16enne falciato a Terracina mentre camminava col gemello, ha provato a giustificarsi davanti al giudice durante l'udienza di convalida dell'arresto. Il legale dell'uomo, Fernando Maria Pellino, aveva chiesto i domiciliari per il suo assistito, che adesso si trova in carcere. Il giudice ha rifiutato e disposto la custodia cautelare in carcere. L'avvocato ha già annunciato che ricorrerà al tribunale del Riesame.
A riportarlo è la Repubblica. Sacco, arrestato il giorno dopo l'incidente, non si è fermato a prestare soccorso al sedicenne, che è morto sul colpo a causa della violenza dello schianto. Un impatto, quello del corpo del ragazzino con l'auto, che non gli ha lasciato scampo: secondo quanto emerso dall'autopsia, la ruota anteriore della Ypsilon beige di Sacco ha agganciato il 16enne, trascinandolo per diversi metri. Il ragazzo è morto a causa delle gravissime lesioni interne riportate. Gioacchino Sacco, invece di fermarsi a prestare soccorso, è scappato via, cercando di far perdere le proprie tracce. A incastrarlo però, ci sarebbe un video, che lo riprende mentre scende dalla macchina poco dopo il sinistro. La sua versione della storia non convince quindi gli inquirenti, che sono sicuri fosse lui alla guida della macchina. L'uomo, che ha vari precedenti penali ed è molto conosciuto a Cassino, è stato quindi arrestato e portato in carcere.
L'incidente è avvenuto verso le 3.30 del mattino lungo via di San Felice Circeo, a Terracina. Federico, il gemello e un amico, erano andati a mangiare una bomba in un bar della zona. Avevano bevuto un tè e si stavano poi recando verso casa quando l'auto guidata da Sacco è piombata su di loro a velocità folle.