“Se lo meritava”: così il marito di Annarita Morelli ha confessato il femminicidio
"L'ho uccisa perché se lo meritava". Sono le parole di Domenico Ossoli, il settantatreenne che ha sparato alla moglie in via Palombarese a Fonte Nuova, in provincia di Roma martedì scorso 6 agosto. È quanto emerso oggi dalla conferenza stampa indetta dal procuratore della Repubblica di Tivoli Francesco Menditto.
Sulla vicenda indagano i carabinieri della Compagnia di Monterotondo, coordinati dal pubblico ministero specializzato. Il giudice delle indagini preliminari ha svolto l'interrogatorio di garanzia, durante il quale l'indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'ipotesi di reato è di omicidio pluriaggravato per aver commesso il fatto nei confronti della moglie, per aver agito con premeditazione, per aver commesso il fatto per motivi abietti, per aver commesso il fatto approfittando di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la privata difesa. Il gip non ha convalidato il fermo, ritenendo che non ci sia pericolo di fuga.
Due femminicidi in tre giorni in provincia di Roma
Dopo Annarita è stata la volta di Lucia Felici, la settantacinquenne uccisa stamattina dal marito Carmine Alfano a Castelnuovo di Porto. Due femminicidi in una settimana in provincia di Roma. Un mese fa Manuela Petrangeli moriva uccisa a fucilate dall'ex Gianluca Molinaro al Portuense.
Il piano omicidiario di Domenico Ossoli
Secondo quanto emerso dalla conferenza stampa di oggi, Annarita il 4 agosto scorso aveva detto ad Ossoli, tre giorni prima che l'ha uccidesse, che aveva un'altra relazione, anche se non era vero. Questo perché si voleva separare e allontanarlo, ma lui non voleva, perché avrebbe dovuto pagarle 300 euro di mantenimento. Da lì sarebbe scattato il piano omicidiario. Quando Ossoli è stato fermato dai carabinieri non ha dimostrato nessun pentimento, diceva "sono stato io" ed ha aggiunto che "se lo meritava".
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti Ossoli aveva le chiavi di casa della vittima, anche se erano separati e ci andava quando voleva. Annarita non riusciva a mandarlo via e a liberarsene. Poi il femminicidio: era andata al centro veterinario per una ricetta antiparassitaria per il gatto, dato che gestiva una colonia felina. Lui ha aspettato che salisse in auto, le ha sparato con la pistola detenuta per la caccia e l'ha uccisa con un solo colpo.