Scomparsa Emanuela Orlandi, il figlio dello zio Mario Meneguzzi: “Su mio padre soltanto bugie”

"C'è chi fa di tutto, con infamia, per allontanare la verità sulla scomparsa di mia cugina Emanuela Orlandi da ambienti ecclesiastici e non solo. Sicuramente è pesante sopportare quello che ormai da due anni viene scientemente riproposto nei confronti di mio padre che non può difendersi. A questo penserò io a tempo debito". Questo il messaggio di Pietro Meneguzzi, il figlio dello zio Mario, che ciclicamente viene riproposto fra le piste che hanno portato alla sparizione della quindicenne nel 1983.
Due anni fa è emersa la notizia che lo zio avrebbe molestato una delle sorelle di Emanuela e Pietro Orlandi, Natalina, già nel 1983 c'è chi insinuava che fra l'identikit dell'uomo con la Bmw metalizzata davanti al Senato e lo zio potessero esserci somiglianze. Ogni coinvolgimento familiareè stato archiviato già da tempo, eppure c'è chi continua a portare l'attenzione su Meneguzzi. "Puntano il dito contro la famiglia, invece che in certe direzioni", è il commento di Pietro Orlandi che oggi, sui suoi canali social, ha condiviso il messaggio del cugino.

Il messaggio del cugino di Emanuela Orlandi, Pietro Meneguzzi: "Infangano le persone"
"Che sia chiaro a tutti quelli che fanno di tutto con infamia, abili ad infangare le persone e più che altro schierati per allontanare la verità (nel testo scritta in maiuscolo, ndr) da ambienti ecclesiastici e non solo – scrive Pietro Meneguzzi, cugino di Emanuela e Pietro Orlandi e figlio dello zio Mario – Sicuramente è pesante sopportare quello che ormai da due anni viene scientemente riproposto nei confronti di mio padre che non può difendersi. A questo penserò io a tempo debito", ha sottolineato.
"Ma assolutamente la compattezza con mio cugino Pietro per la ricerca della verità e giustizia che rincorriamo da 42 anni. Posto queste poche parole durante una delle tantissime conferenze di Pietro in tutta Italia, che dimostrano quanto siamo uniti da sempre per cercare Emanuela. Forza Cugino!!!", ha poi concluso.

Pietro Orlandi: "Dobbiamo molto ai Meneguzzi: senza di loro saremmo persi"
Nel post pubblicato sui social da Pietro Orlandi, oltre alle parole del cugino, è presente un video in cui è lui stesso a parlare. Prima ancora dell'intervento nella trasmissione di Giletti, Orlandi si è sempre schierato a difesa della famiglia Meneguzzi.
"Mio cugino e la sua famiglia sono state le persone che più di tutte ci sono state vicino, aiutandoci nei primi mesi dalla scomparsa e oltre. Loro si sono messi completamente a disposizione nostra, vivevano a casa nostra, anche se tutti li criticano adesso – si sente dire da Pietro nel video di poco più di un minuto – Pietro è stato la persona ed è la persona fra tutti i parenti che più mi è stata vicino", sottolinea.

"Dall'inizio, per il suo carattere, perché è stato l'unico che riusciva a strapparmi dei sorrisi in quei momenti drammatici. Mi portava in giro in moto, dappertutto. È più piccolo di me di un paio d'anni. Ed è stato la prima persona su cui sono riuscito a poggiare la testa per avere una spalla vicino. Dormivamo in camera insieme", ricorda sul rapporto che li lega.
Ma non esita neanche a ripercorrere il ruolo dello zio: "Senza di loro saremmo state persone totalmente perse. Se non ci fosse stato mio zio a rispondere al telefono tutto il tempo, mio padre sarebbe stato perso. Come me. Viveva in quel mondo in cui ci chiedevamo cosa fare, se non ci fossero stati loro non so come avremmo portato avanti questa situazione".

Il fratello di Emanuela Orlandi: "Chi accusa la famiglia rema contro la verità"
Eppure il tema delle critiche negli ultimi anni resta costante. Secondo Orlandi sarebbe per allontanare i sospetti sui veri responsabili della scomparsa della giovane. "A volte vengono criticati, perché si punta il dito nella famiglia invece che in certe direzioni. E lo voglio sottolineare perché mi dispiace per la nostra famiglia e per la sua famiglia. Qualcuno continua a tirar fuori questa storia della parentela solo perché vuole allontanare la verità. E non dico a livello di media, ma anche di senatori (fra cui spunta Maurizio Gasparri, ndr) e Vaticano, perché sono loro che spesso spingono sulla pista familiare".