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Roma, picchia sua figlia perché non vuole fare i compiti: condannato per maltrattamenti e lesioni

I giudici della Corte di Cassazione hanno confermato la condanna a due anni e tre mesi per maltrattamenti e lesioni nei confronti di un padre che ha picchiato la propria figlia fino a farla finire in ospedale con lividi e traumi perché non voleva fare i compiti. La sentenza: “Uso della violenza per educare è reato”.
A cura di Alessia Rabbai
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Un papà è stato condannato in via definitiva a due anni e tre mesi di reclusione per maltrattamenti e lesioni, per aver picchiato sua figlia perché non voleva fare i compiti. Questo il verdetto della V sezione penale della Corte di Cassazione, che, come riporta La Repubblica, ha confermato la sentenza dei giudici d'appello in primo e secondo grado: i bambini non si menano mai, per nessun motivo, pena una punizione come questa. L'uomo è stato invece assolto in appello per presunti maltrattamenti alla ex compagna, con la quale ha avuto la bambina. Secondo quanto emerso in sede d'indagine e poi finito a processo, la bambina a seguito delle percosse ricevute dal genitore è finita in ospedale, con lividi sul volto e su diverse parti del corpo.

"Uso della violenza per educare è reato"

"La recente pronuncia della Corte di Cassazione si pone in linea, con un orientamento giurisprudenziale consolidato e condivisibile – dichiara l'avvocato Anna Ronfani, vicepresidente di Telefono rosa Piemonte – Da molti anni ha chiarito che l'uso abituale della violenza fisica o psicologica – da considerare sempre mezzo illecito e distorto di educazione, da parte di chiunque, genitori o insegnanti che siano – non solo è un reato, ma non può rientrare neppure nell'ambito del semplice di abuso di mezzi di correzione. Si concretizzano invece gli estremi del più gravi maltrattamenti. Per mezzi di correzione e educazione si intendono i unicamente quelli che siano per loro natura a ciò deputati, con un plausibile scopo pedagogico, e che siano proporzionati alla gravità del comportamento da "educativamente sanzionare o correggere". Sono escluse tutte le modalità afflittive o mortificanti della personalità o dell'integrità fisica".

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