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Roma non vuole essere più la ‘Capitale dell’emergenza abitativa’: giunta approva il Piano Casa

Approvato in giunta il Piano Casa, che dovrebbe contribuire, nelle intenzioni del Campidoglio, a risolvere il problema dell’emergenza abitativa che riguarda 150mila cittadini della Capitale.
A cura di Enrico Tata
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Roma, ‘capitale dell'emergenza abitativa'. L'ha definita così Tobia Zevi, l'assessore capitolino al Patrimonio che oggi, insieme al sindaco Gualtieri e al presidente della commissione Casa, Yuri Trombetti, ha presentato il Piano Casa. Uno strumento che, nelle intenzioni del Campidoglio, dovrebbe finalmente contribuire a risolvere questa emergenza. "Il Piano individua con chiarezza gli obiettivi da raggiungere, con una visione strategica in grado di incidere sulla situazione attuale, non più definibile “emergenziale” ma “cronica”, visto che riguarda quotidianamente da anni la vita di decine di migliaia di persone che aspettano, e meritano, risposte definitive”, ha spiegato Zevi.

Sono 150mila le persone che, secondo l'assessore, si trovano in difficoltà abitativa a Roma. Dalle persone in graduatoria per le case popolari, circa 40mila, ai 15mila cittadini sotto sfratto, dai 5mila residenti nei campi nomadi ai 10mila senza fissa dimora, dai 15mila nelle occupazioni ai 45mila beneficiari del bonus affitto che, ricordiamo, il governo non ha confermato, ad oggi, per il 2023.

Il Piano Casa, che oggi è stato approvato dalla giunta e che adesso passerà prima in commissione e poi al voto dell'Assemblea Capitolina, si muove su quattro assi fondamentali: il reperimento di nuovi alloggi per incrementare l'offerta di case, il rafforzamento dei programmi di recupero del patrimonio edilizio, un nuovo welfare abitativo e l'istituzione dell'Osservatorio della condizione abitativa a Roma e dell'Agenzia sociale per l'abitare.

L'obiettivo principale, hanno spiegato Zevi e Gualtieri, "è individuare le azioni necessarie a soddisfare entro il 2026 i bisogni abitativi dei circa 3.000 nuclei in graduatoria che si trovano in situazione di maggiore fragilità". Per fare questo l'amministrazione intende acquistare (con 220 milioni di euro stanziati) circa 1.500-2.000 abitazioni da destinare all'emergenza abitativa e, come detto, recuperare e rigenerare il patrimonio della Capitale. In questo senso il sindaco ha parlato del recupero del palazzo di via Santa Croce in Gerusalemme dove c'è lo Spin Time e di via Prenestina 913, dove c'è il MAAM – Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz.  "Non ci voltiamo dall'altra parte, occorre agire e trovare la soluzione migliore per ripristinare la legalità ma non disperdere esperienze. Sul caso Maam, tra l'altro, c'è un lavoro già avviato: il metodo non è astratto, ma concreto e caso per caso si trova la soluzione, riportando le situazioni nella legalità. Ci sono situazioni concrete legate alle graduatorie bisogna evitare generalizzazioni, come a dire che sono tutte uguali, ma neanche diciamo ‘due e poi basta'", ha dichiarato Gualtieri.

Questo piano, ha commentato in una nota l'Unione Inquilini, "rappresenta una grande tela bianca con una bella cornice, ma al momento ha bisogno di certezza di finanziamenti e di risorse pluriennali che ad oggi non sono previste. Dal Piano si evince un cronoprogramma che di fatto in larga parte va ridefinito nei tempi di attuazione, così come il Comune è chiamato non solo a indicare precisamente le risorse con le quali intende sostenere l’ambizioso piano, ma anche ad aprire una vertenza con il Governo perché a Roma siano destinate risorse adeguate al rango di Roma Capitale e al livello altissimo di precarietà che vive la città di Roma".

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