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Infermiere accusa San Camillio, l’azienda: “Segnalazioni totalmente senza fondamento”

Messaggi preoccupanti che mostrano difficoltà nella gestione dell’emergenza arrivano al sindacato Usb dagli operatori sanitari in servizio presso l’ospedale San Camillo di Roma. Un infermiere racconta: “Nessun percorso dedicato ai pazienti Covid, ma reparti a contatto, personale senza tute biologiche”.
A cura di Alessia Rabbai
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(La Presse)
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Difficoltà nella gestione degli spazi dell'ospedale e sovraccarico dei pazienti Covid. Sono alcune delle problematiche emerse dai racconti degli operatori sanitari in servizio al San Camillo arrivate al sindacato Usb, che lo ha definito "una giungla disorganizzata trasformata in ospedale Covid". Il sindacato ha denunciato ciò che sta accadendo in questi giorni, e si è dato appuntamento per venerdì 30 ottobre alle ore 10 sotto alla Regione Lazio. Episodi che coinvolgono gli infermieri che dal campo hanno lanciato messaggi preoccupati sulle modalità di organizzazione dell'emergenza. "Siamo diventati ospedale Covid. Senza stanze né presidi, ma Covid. I reparti Covid sono stati organizzati nel padiglione Marchiafava, trasferendo le pneumologie e l'ambulatorio oncologico" racconta un infermiere del San Camillo. Nel pronto soccorso del nosocomio della Circonvallazione Gianicolense gli spazi sono suddivisi in area rossa (emergenza), area verde (non urgenza), area gialla (isolamento Covid). "L’area gialla dovrebbe avere un sistema di pressione negativa che sarebbe fondamentale per disperdere il virus nell’aria esterna – spiega l'infermiere – Ovviamente non è così". Stesso discorso per le aree dove avvengono vestizione e svestizione di medici e infermieri.

Nessun percorso dedicato ai pazienti Covid

"Il personale del pronto soccorso è dotato di semplici camici ma di nessuna tuta biologica. La zona pre-triage è l'unica entrata attraverso la quale passano tutti – spiega l'infermiere – Nessun percorso dedicato, né in entrata né in uscita. Il personale dell'ambulanza interna che ricovera i positivi dal pronto soccorso al padiglione Marchiafava, adibito a Covid, è l’unico dotato di tuta biologica e di tutti i dispositivi necessari, mentre il paziente positivo trasportato ha esclusivamente mascherina chirurgica. Le barelle di contenimento promesse a marzo non sono mai arrivate".

Aumentano i lavoratori positivi

Come rende noto il sindacato Usb aumentano giornalmente i contagi tra i lavoratori dell'ospedale San Camillo: sabato scorso erano 7 solo nella medicina d'urgenza. "Al pronto soccorso praticamente ogni giorno i test rapidi svelano un paio di nuovi positivi".

Il San Camillo: "Segnalazione totalmente senza fondamento"

Dichiara Fabrizio d'Alba,  direttore generale del San Camillo:

"Rispetto alla situazione di marzo, siamo in una fase nuova che richiede un approccio diverso. Il mondo è aperto e accanto all'emergenza Covid bisogna portare avanti tutte le altre attività. Al San Camillo sono in arrivo diverse aperture, a cominciare dall'attivazione dei 18 posti letto ordinari e 9 di terapia intensiva  che saranno disponibili nei prossimi giorni. A novembre con l'arrivo del nuovo personale  che abbiamo già arruolato –  apriremo il nuovo pronto soccorso, con un'area di attesa che aiuterà a garantire il distanziamento tra pazienti Covid da quelli non Covid. E' importante sottolineare che tutto ciò che stiamo facendo ha due obiettivi: garantire la sicurezza di operatori e pazienti, ma anche consentire la non contrazione delle attività non legate al virus, come quelle oncologiche e di altre patologie non non procrastinabili. Vogliamo continuare a garantire la presa in carico dei pazienti nella massima sicurezza e garantire agli operatori le stesse certezze. In questo scenario complesso in cui ogni attore sociale è chiamato ad esercitare la massima responsabilità, segnalazioni come quelle fatte da alcune sigle sindacali senza nessun fondamento ne riscontro nella realtà, appaiono come note stonate di chi ha gioco facile nell'agitare le paure invece di esercitare responsabilmente il proprio ruolo".

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