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Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

Riaperto il processo sull’omicidio di Serena Mollicone: la Procura chiede di ascoltare 44 testimoni

Si riapre il processo contro i 4 imputati per l’omicidio di Serena Mollicone, studentessa di 18 anni uccisa ad Arce nel 2001. Nella prossima udienza saranno ascoltati i consulenti. La Procura Generale chiede che vengano ascoltati 44 testimoni.
A cura di Beatrice Tominic
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Al via questa mattina il processo d'Appello a Roma sull'omicidio di Serena Mollicone, la studentessa uccisa ad Arce e rinvenuta in un bosco poco distante qualche giorno dopo. Gli imputati restano sempre gli stessi, sono quattro: la famiglia Mottola,  l'ex maresciallo Franco, la moglie Annamaria e il figlio Marco, accusati di omicidio volontario e due carabinieri, l'appuntato Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento e il luogotenente Vincenzo Quatrale, di concorso esterno in omicidio.

Terminato il primo appuntamento in Aula, a cui era presente soltanto Suprano, la Procura Generale ha chiesto che vengano ascoltati 44 testimoni per confrontare le loro versioni e cercare di chiarire ogni aspetto, compresi quelli che nel processo precedente, secondo molti, non erano stati sottoposti ad approfondimenti esaustivi.

"Non possiamo che essere felici, noi – ha dichiarato lo zio di Serena – Aspettiamo che si faccia luce su quanto accaduto da 22 anni. Perché avere preclusioni? Noi non ne abbiamo mai avute, tantomeno oggi. Siamo ancora alla ricerca di verità. Ed è importante che chi la conosce, la dica e la dica davvero. Soltanto così la giustizia potrà fare il suo corso, ascoltando e interpretando i loro racconti".

La figlia del brigadiere Tuzi: "Anche le sue parole saranno rivalutate"

Esprime soddisfazioni anche la figlia del brigadiere Tuzi, suicidatosi dopo aver testimoniato sul caso, dicendo di aver visto Mollicone entrare nell'abitazione dei Mottola, senza mai uscirne.

"Siamo soddisfatti di come è andata oggi e di questo nuovo inizio: adesso vengono approfonditi aspetti tralasciati nella prima parte – spiega Maria Tuzi – Mio padre nel primo processo era stato considerato inattendibile. Ora tutte le sue dichiarazioni saranno rivalutate. E già dalla prossima udienza prenderanno parola i consulenti tecnici: le prove saranno rianalizzate e approfonditi. Non ho mai smesso di credere nella giustizia e sono ancora fiduciosa".

La reazione degli avvocati

Soddisfazione espressa anche dal legale della famiglia Mollicone, l'avvocato Salera: "Per noi è solo un primo passo – ha dichiarato fuori dall'aula – Si parte con i consulenti tecnici il primo novembre e il 21 ci saranno altre udienze, si presume istruttorie. Speravamo in una decisione di questo tipo".

Di diverso parere, invece, l'avvocato della famiglia Mottola: "La Corte ha deciso di rinnovare la struttura dibattimentale contro le nostro indicazioni – dice l'avvocato Marsella – È una scelta giuridicamente legittima, ma noi replicheremo punto dopo punto a tutte le osservazioni che emergeranno in udienza sia sui consulenti inviati per la pubblica accusa che con i nostri consulenti".

Cosa succede adesso

La richiesta di rinnovazione di istruttoria è ammissibile: si riapre il processo. Il giudice si è riservato di decidere successivamente se ammettere o meno i testimoni richiesti dalle parti, per un totale di almeno 44 persone. Nella prossima udienza, invece, già fissata per il 20 novembre prossimo, saranno ascoltati i consulenti.

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