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Raggi chiede un milione di euro alla Casa delle donne, la presidente: “Proposta irricevibile”

Dopo due anni di richieste a cui sono seguiti solo silenzi, il Comune di Roma ha finalmente convocato la Casa internazionale delle donne per un incontro. Che, però, non è andato come previsto. Anzi: l’assessora Valentina Vivarelli ha comunicato alle associazioni che devono pagare al Campidoglio un debito da un milione di euro.
A cura di Natascia Grbic
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"Speravamo in una continuazione della trattativa che si era aperta il 13 febbraio, con lo spiraglio di aprire un tavolo per la rivalutazione del debito. Pensavamo che avessero preso in considerazione la nostra richiesta di transazione economica. L'assessora Vivarelli invece si è comportata come se in questi due anni non fosse successo nulla". A parlare a Fanpage.it è Maura Cossutta, la presidente della Casa internazionale delle donne. Ieri pomeriggio una delegazione dello stabile di via della Lungara è stata convocata dall'assessora al Patrimonio e alle politiche abitative Valentina Vivarelli. Il tenore dell'incontro non è stato però quello che la Casa internazionale delle donne si sarebbe aspettato. "Non solo hanno fatto come se in due anni non avessimo mai proposto una transazione, ma ci hanno comunicato che avevano aggiornato il nostro debito e che dobbiamo al comune di Roma un milione di euro".

"Abbiamo spiegato all'assessora che avevamo fatto una valutazione economica dei servizi resi dalla Casa a scomputo del debito – spiega Cossutta – Vivarelli ci ha risposto che dovevamo rifarla perché non c'erano elementi oggettivi. Abbiamo chiesto l'apertura di un tavolo con la Regione Lazio, che ha fatto uno studio in tal senso, per effettuare una valutazione economica sui servizi sociali che continuiamo a fornire. Ce l'hanno negato". Il comune di Roma ha ritirato la convenzione alla Casa internazionale delle Donne nel 2018, tre anni prima della scadenza del termine, chiedendo 800mila euro. Le associazioni che gestiscono la struttura hanno da sempre dichiarato l'impossibilità di pagare una somma di quel tipo: sono loro a occuparsi dei servizi di manutenzione, del pagamento delle utenze e delle dipendenti, a fronte di servizi gratuiti forniti alla collettività e alle donne in difficoltà. "Nonostante la convenzione revocata, hanno continuato a calcolare il debito come se pagassimo il canone".

Durante l'incontro la presidente della Casa ha chiesto in quanto tempo il Comune avesse intenzione di dilazionare il debito. "Ci hanno risposto che non lo sapevano, pensavano a tre anni". Il dubbio è che il Campidoglio stia temporeggiando a causa dell'imminente campagna elettorale che l'anno prossimo porterà all'elezione del sindaco o della sindaca di Roma. Questo però, va a danno di quelle strutture che in questo momento stanno aiutando le donne abusate a fuoriuscire dalla violenza. Durante l'emergenza coronavirus, le associazioni che gestiscono la struttura di via della Lungara sono state in prima linea nell'aiutare chi aveva bisogno di aiuto. E, com'è noto, le chiamate ai centri antiviolenza sono raddoppiate durante la pandemia. Questo carico di maggiore lavoro e la crisi economica derivata dalla pandemia globale ancora in corso, ha messo in ginocchio anche la Casa internazionale delle donne. Che non ha un milione di euro da dare al Comune di Roma.

"Il nostro immobile è patrimonio del Comune ma vincolato – conclude Cossutta – Lo dice la Corte dei Conti: dove c'è un'associazione che svolge servizi di utilità sociale, dare il comodato gratuito non costituisce danno erariale. L'impressione è che il Campidoglio voglia fare reddito su di noi".

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