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“Quanto durano 10 secondi?”. Il trend contro l’assoluzione del bidello dall’accusa di violenza sessuale

Il trend fa riferimento alla sentenza del Tribunale di Roma che ha assolto un bidello dell’Istituto Cine-TV Roberto Rossellini, accusato di aver molestato una studentessa 17enne, perché “il palpeggiamento è stato di pochi secondi, non costituisce reato”.
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Da sinistra, Paolo Camilli e Francesco Cicconetti. Foto: profilo Instagram @paolocamilli e @mehths
Da sinistra, Paolo Camilli e Francesco Cicconetti. Foto: profilo Instagram @paolocamilli e @mehths

Pensate di entrare in una stanza piena di gente: al vostro ingresso, ogni singola persona si volta per fissarvi, in attesa che vi presentiate. E invece voi restate zitti, a disagio, per 10 secondi. Passano velocemente? O all’ultima fase di un colloquio di lavoro per il posto che sognate da anni, una volta superate le numerose e difficili prove precedenti. Il responsabile delle risorse umane è là, di fronte a voi, e sta per comunicarvi l’esito. Fremete, ma lui aspetta 10 secondi prima di aprire bocca. Sono pochi?

E non c’è nemmeno bisogno di scomodare Eminem e la sua media in Rap God di 42 parole, sempre in quei 10 secondi, per immaginare quanto questo intervallo possa essere lungo e significativo.

Ecco, figurarsi se quei famosi 10 secondi sono la durata di un palpeggiamento senza consenso, quando anche una frazione di secondo sarebbe stato troppo: interminabili.

Questo l’obiettivo dei video che sono ormai diventati virali su Instagram e TikTok, che mostrano influencer e persone comuni toccarsi il seno, generalmente, con un timer in bella vista che scandisce i secondi.

Un nuovo trend #10secondi che dà voce a una diffusa critica nei confronti della sentenza dei giudici del Tribunale di Roma, che hanno assolto un bidello dell’Istituto Cine-TV Roberto Rossellini, accusato di molestie da una studentessa, per “mancanza di reato”. L’uomo, 66 anni, nell’aprile 2022 aveva toccato i glutei di una 17enne: la ragazza accusa il bidello di averle infilato una mano nei pantaloni, infilandosi sotto agli slip, con tanta veemenza da sollevarla da terra.

E se l’uomo nega di aver messo la mano nei calzoni, ammette però di averla palpata senza consenso. “Stavo scherzando”, si è difeso. Ebbene, per la quinta sezione penale del Tribunale di Roma che ha assolto l’uomo, la durata dell’atto compresa tra i 5 e i 10 secondi “non configura una molestia”.

Una tale sentenza non ha lasciato indifferente l’opinione pubblica, a partire da quella virtuale. Negli ultimi giorni, sui social network è esploso un nuovo trend: gli utenti si palpeggiano con un timer in bella vista, per mostrare quanto quei 10 secondi possano essere interminabili.

A lanciare la provocazione è stato l’attore e comico Paolo Camilli, ma lo spunto è stato immediatamente ripreso da migliaia di persone, diventando un vero e proprio trend che sta spopolando tra Instagram e TikTok, accompagnato dall’hashtag #10secondi.

A fare da ambasciatori per questa campagna di denuncia, volti noti e persone comuni. Il modello è sempre lo stesso: si vede inquadrato il soggetto mentre si tocca il seno per 10 secondi, con un cronometro a scandire il tempo, per mostrare quanto quella che dall’esterno può sembrare una manciata di secondi sia in realtà un tempo più che sufficiente per avere un profondo impatto sulla persona che quella molestia l’ha subita. E che deve subire pure l’umiliazione di non vederla riconosciuta come tale.

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