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La morte dell'ultras Fabrizio Piscitelli a Roma

Pusher violenti e implacabili: ora gli uomini di Diabolik chiedono lo sconto di pena

Quaranta delle cinquanta persone accusate di far parte del gruppo criminale gestito da Fabrizio Piscitelli e Fabrizio Fabietti, hanno chiesto di poter accedere al rito abbreviato. Sono state arrestate lo scorso 28 novembre: le accuse sono, a vario titolo, traffico di droga, estorsione, riciclaggio, possesso di armi, associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso.
A cura di Natascia Grbic
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Quaranta delle cinquanta persone arrestate durante l'operazione ‘Grande Raccordo Criminale‘, hanno chiesto di poter accedere al rito abbreviato per usufruire dello sconto di un terzo della pena. Si tratta delle persone accusate di far parte del gruppo criminale capeggiato del leader degli Irriducibili, Fabrizio ‘Diabolik' Piscitelli, e Fabrizio Fabietti, suo braccio destro. Sono accusati, a vario titolo, di traffico di droga, estorsione, riciclaggio, possesso di armi, associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso. Quest'ultima, non disposta dal gip al momento degli arresti nonostante l'indicazione della pubblico ministero Nadia Plastina, è stata riformulata all'emergere di nuovi indizi. Tra cui il ruolo da garante avuto da Piscitelli per mantenere la pax mafiosa a Ostia. Come riporta la Repubblica, la richiesta di rito abbreviato è stata avanzata ieri dai legali degli arrestati durante l'udienza preliminare del processo.

Così Diabolik aveva inondato Roma di cocaina

Il sodalizio tra Diabolik e Fabietti era nato per un motivo: i soldi facili (e tanti) che si potevano fare con il traffico di cocaina. Per questo il gruppo di Tor Bella Monaca di Fabietti e il gruppo di picchiatori di Piscitelli si sono uniti, iniziando a vendere droga a tutti i gruppi mafiosi presenti sulla capitale. Che fosse camorra o ‘ndrangheta non importava: nessuno pestava i piedi a nessuno, Roma è una piazza di spaccio enorme e c'è posto per tutti. Senza contare che la guerra non fa bene agli affari. La cocaina d'altronde non mancava: Piscitelli e Fabietti potevano contare su un approvvigionamento costante dal Sud America (cocaina da Colombia e Brasile) e dal Nord Africa (hashish dal Marocco), garantito dai fornitori abituali, tutti arrestati. Chi non pagava, o aveva debiti, veniva picchiato e minacciato di morte. Per queste operazioni c'era una batteria apposita, di cui facevano parte alcuni soggetti provenienti dagli ambienti dello stadio e dagli Irriducibili.

L'omicidio di Piscitelli

L'operazione è scattata il 28 novembre 2019. Tra gli arrestati avrebbe dovuto esserci anche Fabrizio Piscitelli, ucciso il 7 agosto al parco degli Acquedotti a Roma. Dal giorno dell'omicidio Fabrizio Fabietti era diventato paranoico, convinto che dopo sarebbe toccato a lui beccarsi una pallottola in testa. Gli assassini di Diabolik non sono stati ancora arrestati, ma chi indaga è certo: la pista è quella della criminalità organizzata. Forse qualcuno a cui il gruppo aveva pestato i piedi e che non vedeva di buon occhio la scalata a boss della mala del leader degli Irriducibili.

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