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La morte dell'ultras Fabrizio Piscitelli a Roma

Perché è stato ucciso Diabolik: il motivo sarebbe legato ai soldi che doveva a Michele Senese

Il motivo del delitto del Parco degli Acquedotti? Diabolik avrebbe alzato troppo la testa insieme alla sua banda degli Albanesi. Per questo Senese, dal carcere, avrebbe autorizzato l’uccisione di Piscitelli.
A cura di Enrico Tata
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Chi ha dato l'ordine di uccidere Fabrizio Piscitelli? Secondo la banda degli Albanesi, l'autore materiale dell'omicidio è Raul Esteban Calderon (attualmente a processo per l'omicidio), ma i mandanti sono Giuseppe Molisso e Leandro Bennato, che hanno agito con l'autorizzazione del boss Michele Senese. Il motivo dell'esecuzione? Diabolik avrebbe alzato troppo la testa insieme alla sua banda degli Albanesi. Gestiva l'immensa piazza di spaccio di Roma Nord e con Senese in carcere avrebbe voluto espandere i suoi profitti senza consegnare quanto dovuto alla camorra romana.

Come riporta il VI e il VII rapporto sulle Mafie nel Lazio, Diabolik, con il suo sodale Fabrizio Fabietti, "stava inondando di cocaina la capitale d’Italia attraverso un sistema solido di fornitura e di “ protezione” di tipo mafioso che avrebbe dovuto tenerlo al sicuro".

In pratica, gli accordi con la camorra prevedevano il versamento di una percentuale sugli incassi degli albanesi derivati dal narcotraffico. Ma Piscitelli ha voluto fare da sé e ha cominciato a consegnare al clan Senese meno soldi di quelli stabiliti. Un affronto per il boss napoletano recluso in carcere, che così avrebbe autorizzato Molisso e Bennato a risolvere il problema.

Secondo gli inquirenti, tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90 Diabolik si è iniziato a fare spazio nel mondo della malavita e del tifo, diventando capo degli Irriducibili. Si legò poi a Michele Senese: "L’ascesa irresistibile del Piscitelli nel mondo della malavita organizzata capitolina veniva accertata in tutta la sua portata, e le implicazioni che ne porteranno con alta probabilità, solo con l’indagine Grande Raccordo criminale. L’uomo al tempo delle investigazioni godeva di un particolare
riconoscimento nella malavita, anche perché a capo della frangia ultrà dei tifosi della SS Lazio con numerosi seguaci di cui alcuni coinvolti nell’associazione dedita al traffico di stupefacenti".

Secondo le indagini della Dda, il gruppo Piscitelli "movimentava centinaia di chili di cocaina e hashish rifornendo i grossisti che alimentano le piazzedi spaccio capitoline, stringendo alleanze e facendo affari con esponenti della malavita organizzata calabrese, campana, albanese, romana".  La banda di Diabolik aveva un giro di affari da milioni di euro e probabilmente dal 2017 al 2019, quando Piscitelli è stato ucciso, era il più forte gruppo criminale dedito al narcotraffico di Roma. Forse troppo potente e per questo Senese, dal carcere, ha dato il via libera all'operazione.

Con l'uccisione di Piscitelli, come ha ricordato il pm Mario Palazzi nell'ultima udienza del processo Calderon, è cominciata una guerra tra gruppi criminali rivali, con gli Albanesi che hanno tentato in tutti i modi di vendicare la morte del Diablo. Prima tentando di uccidere Molisso e poi tentando di uccidere Bennato.

Il 14 novembre del 2019 un commando degli albanesi cerca di ammazzare Leandro Bennato a Boccea e successivamente il braccio destro di Diabolik, Fabietti, scampa per miracolo a diversi tentativi di omicidio. In pratica Fabietti si salva perché viene arrestato come uno dei capi della banda Diabolik.

Il primo omicidio legato al delitto del Parco degli Acquedotti è quello di Selavdi Shehaj, 38 anni, albanese, assassinato a settembre 2021 mentre pulisce la spiaggia dello stabilimento Bora Bora a Torvaianica. Le indagini dei carabinieri fanno emergere il contesto in cui è nato l'omicidio del 38enne, che si colloca, come si legge nel rapporto Mafie nel Lazio, "nell’ambito di una guerra criminale tra fazioni opposte che trovava la sua scaturigine nell’omicidio di Fabrizio Piscitelli del quale i componenti della banda Diabolik ritenevano responsabili i fratelli Enrico e Leandro". Per gli inquirenti, l'uccisione dell'albanese è una vendetta contro il tentato omicidio di Bennato.

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