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Primarie Roma, Giovanni Caudo: “L’esito delle primarie scontato? Lo decideranno i cittadini”

Ospite degli studi di Fanpage.it Giovanni Caudo racconta la sua sfida per le primarie del centrosinistra. Sostenuto da una rete civica costruita in questi anni attorno al suo impegno, l’ex assessore di Ignazio Marino attualmente minisindaco del III Municipio di Roma, si candida per dare una rappresentanza “agli elettori di centrosinistra che non si rispecchiano più nei partiti”.
A cura di Valerio Renzi
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Giovanni Caudo, presidente del III Municipio, professore universitario e già assessore all'Urbanistica con Ignazio Marino, è uno degli sfidanti delle primarie del centrosinistra che il prossimo 20 giugno decideranno il candidato sindaco. Il minisindaco di piazza Sempione punta alla conquista dei delusi dai partiti, quegli elettori convinti che cercano una nuova passione politica nelle reti civiche piuttosto che nelle sezioni. Ha inoltre l'appoggio del movimento europeista Volt e di Possibile.

E nonostante le primarie siano state convocate al termine di infinite e spesso incomprensibili trattative e movimenti all'interno del Partito Democratico, ora che ci siamo il professore ci crede: "Se le primarie hanno dato una scossa al centrosinistra? No, e io capisco i romani che non si stanno facendo coinvolgere da una competizione che sembra solo una formalità. Ma voglio dire che le primarie sono uno strumento a disposizione di tutti, tutti i romani possono andare a votare non c'è bisogno di tessera di partito. E forse il fatto che se ne parli poco è nell'interesse proprio di chi crede che l'esito è già scontato, starà ai cittadini se vogliono dimostrare che non è così".

"Il PD vuole chiedere scusa a Marino? Lo facessero!"

Caudo è molto legato all'esperienza di assessore con Ignazio Marino, con il quale oggi terrà un incontro pubblico alla stazione della metro Conca d'Oro. Solo alcuni giorni fa Roberto Gualtieri ha dichiarato che il Partito Democratico, per quelle dimissioni eseguite davanti a un notaio è tempo che chieda scusa all'ex sindaco e agli elettori. "Lo facessero! – esclama Caudo – Io sono stato assessore con Ignazio Marino e sono una persona molto vicina a lui, ma questo problema il PD lo deve risolvere nelle sue stanze". E sul PD aggiunge: "È difficile dire il ‘Partito Democratico', perché il PD in questo momento è tante cose diverse a Roma, io ho lavorato benissimo con la segreteria e con tanti dirigenti, eletti e militanti di base, ma ci sono anche delle incrostazioni di cui si deve e può liberare, anche grazie alle primarie".

Lo slogan: "Dal marciapiede al cielo"

Lo slogan dell'urbanista prestato alla politica è "dal marciapiede al cielo", un'espressione che vuole richiamare la necessità di rispondere alle esigenze minute dei cittadini, non dimenticandosi però di una visione di città, che secondo Caudo è quella che è mancata in questi anni di amministrazione Raggi. "Il giudizio sull'amministrazione Raggi lo dà la stessa sindaca. Nel 2016 fece una conferenza stampa per dire che non avevamo bisogno delle Olimpiadi, che le Olimpiadi portano solo debiti mentre Roma doveva lavorare solo sull'ordinario. Sono passati cinque anni e il giudizio sull'ordinario è tombale, non sono riusciti ad amministrare questa città, mentre dal punto di vista dello sviluppo economico e della crescita non c'è stato nessun intervento serio".

Lo sviluppo di Roma: "Superiamo il modello del food e beverage"

E proprio in una città in cui la povertà è aumentata in maniera drammatica durante un anno di pandemia, Caudo pone con forza il tema di come uscire dalla crisi di un nuovo modello di crescita che superi quello "tutto incentrato sul consumo, sul food and beverage, con cui si è tentato di uscire dalla crisi del 2008-2011 ma che con il Covid ha mostrato tutti i suoi limiti". "Di che campa Roma?  – si chiede Caudo – Con la fine della capitale amministrativa, ormai vent'anni fa, quali sono le nuove direttrici di sviluppo che la città ha individuato? Non c'è stata una riflessione della politica su questo Roma non può vivere solo di quello che era la capitale del Novecento. Sono convinto che un grande patto tra l'industria, la ricerca, l'innovazione sia quello che serva alla città. Di tutto questo non c'è stata traccia in questi cinque anni e direi neanche negli anni precedenti".

Ripartire dal Piano per la Resilienza

E se pensa agli in Campidoglio pensa anche ai tanti progetti lasciati in sospeso nel suo ufficio di assessore, tra cui un piano di intervento per evitare quello a cui abbiamo assistito con le forti piogge di questi giorni: "Siamo state una delle prime 34 città al mondo ad aver finanziato il Piano per la Resilienza, eravamo l'unica città italiana ad averlo fatto Bologna e Milano sono arrivate molto dopo. Oggi quel programma, che serviva proprio a contrastare le conseguenze di eventi atmosferici particolarmente violenti e le conseguenze del cambiamento climatico, è rimasto lettera morta".

Decentramento e municipi: una delibera per dare risposte immediate ai cittadini

E se il voto ai gazebo confermasse i pronostici con la vittoria di Roberto Gualtieri, il candidato Caudo assicura che si continuerà ad occupare della città, portando con sé il bagaglio di esperienza da presidente del municipio. "Da questa postazione imparato che c'è una grande distanza tra le esigenze dei cittadini e i tempi delle risposte dell'amministrazione. Prendiamo delle decisioni, c'è una giunta un consiglio municipale, ma poi tutto deve passare nuovamente per il Campidoglio e i Dipartimenti amministrativi, e parliamo di scelte spesso importanti per la vita dei cittadini e dei territori". Iter che definisce come "barocchismi amministrativi", che promette di superare con una delibera che "deleghi davvero maggiori poteri e con questi maggiori risorse ai municipi, perché i cittadini hanno diritto ad avere delle risposte immediate".

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