1.523 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Positivo al Covid-19 torna a casa a piedi dall’ospedale. La denuncia: “È stato abbandonato al gelo”

Marco ora è ricoverato in terapia sub intensiva all’ospedale San Camillo di Roma. La sua compagna ha presentato un esposto insieme all’avvocato Lucilla Bason per chiedere che sia fatta luce sulla vicenda ed accertate le eventuali responsabilità su come l’uomo, arrivato in ambulanza, sia stato allontanato dall’ospedale Sant’Eugenio.
A cura di Simona Berterame
1.523 CONDIVISIONI
Immagine

Quattro chilometri percorsi a piedi dall'ospedale a casa, in piena notte e con la febbre alta, per non rischiare di contagiare qualcuno. Marco A., imprenditore 49enne, era stato trasportato al pronto soccorso dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma la sera tra il 2 e il 3 gennaio. Positivo al Covid-19 da alcuni giorni, le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate, tanto da dover richiedere l'intervento di un'ambulanza. Arrivato al Sant'Eugenio Marco viene lasciato in un container in attesa di una visita. Ha la febbre, saturazione bassa e difficoltà a respirare. Dopo un paio d'ore un infermiere gli comunica che non potrà essere preso in carico prima della mattina seguente. Il consiglio velato, secondo i familiari di Marco è "tornate a casa invece di stare altre ore qui al freddo". Marco non ha il cellulare e non può chiedere aiuto alla compagna, anche lei positiva al Covid-19 ma con sintomi più lievi. Decide allora di incamminarsi a piedi verso la propria abitazione. Quattro lunghi chilometri al freddo della notte di gennaio. Riesce a trascinarsi fino alla porta di casa, aperta dalla figlia in piena notte. Marco sviene, continua a saturare male e il respiro si fa sempre più affannoso. La compagna decide di chiamare un'altra ambulanza, chiedendo che non venga riportato al Sant'Eugenio. Dalla mattina del 3 gennaio Marco si trova ricoverato all'ospedale San Camillo e ancora oggi sta combattendo contro il Covid-19.

La compagna: "È stato abbandonato"

Maria Grazia è a casa senza il suo compagno ormai da giorni. Marco è ancora in terapia sub intensiva, attaccato all'ossigeno h24. La strada è ancora lunga ma ora Maria Grazia è più serena e riesce quasi a tirare un sospiro di sollievo. "Sono giorni che penso a come abbia fatto a percorrere tutta quella strada, al freddo e con una polmonite in corso. Il pensiero che sarebbe potuto morire per strada solo come un cane mi distrugge". Maria Grazia è ancora sconvolta per quanto è accaduto alla sua famiglia, che ha già dovuto affrontare un lutto legato al Covid-19. A novembre il padre di Marco ha atteso per 10 ore l'arrivo di un'ambulanza ed è poi deceduto dopo diversi giorni di lotta contro il virus in terapia intensiva. Ora Maria Grazia chiede che la vicenda sia chiarita e che venga accertata la presenza o meno di responsabilità su quanto è accaduto. "Marco è stato abbandonato e io andrò fino in fondo per capire come è potuto succedere".

L'esposto in Procura

"Non sappiamo come è stato dimesso, se era stato preso in carico e se ha firmato qualcosa – spiega il suo avvocato Lucilla Bason che ha poi formalizzato un esposto depositato in Procura – la cosa grave è che una persona in quelle condizioni è stata fatta uscire senza neanche preoccuparsi di come sarebbe tornato a casa".  "Stiamo parlando di un paziente positivo al Covid-19 arrivato in ambulanza – continua il suo legale – Il mio cliente è una persona coscienziosa e quindi non ha voluto mettere nessuno in pericolo, ma il suo non è un atteggiamento scontato".

1.523 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views