Perché nel Lazio la campagna di vaccinazione anti-Covid sta funzionando (e in Lombardia no)
Nel Lazio l'87 per cento degli anziani con più di 80 anni che si sono prenotati, ha già ricevuto la prima dose del vaccino anti Covid e il 30 per cento ha già ricevuto anche la seconda dose. In Lombardia ha ricevuto la prima somministrazione il 47 per cento degli aderenti e il 12 per cento ha ricevuto anche la seconda. Nel Lazio gli anziani vaccinati sono poco più di 300mila su 470mila, in Lombardia sono 280mila. Nella regione della Capitale le prenotazioni sono già aperte a tutti coloro che hanno più di 70 anni, in Lombardia ancora no e non c'è neanche una data di partenza precisa. In Lombardia, regione più grande d'Italia, sono stati aperti 110 punti vaccinali, quasi tutti all'interno di ospedali, e nel Lazio ne sono già stati aperti 134, tra cui anche grandi hub vaccinali come quelli di Roma gestiti dalla Croce Rossa (la Nuvola di Fuksas, l'Auditorium Parco della Musica, la Stazione Termini e presto anche gli Studios di Cinecittà). Lo scorso 7 marzo, infine, sono state chiuse nel Lazio le prenotazioni per il personale scolastico, mentre in Lombardia sono ancora in corso. Basterebbero questi dati per fare un confronto su come stia procedendo la campagna vaccinale anti-Covid in Lombardia e come nel Lazio, che peraltro si appresta a giorni ad aprire le prenotazioni per i cittadini over 60. Tra le due regioni, per ora, ci sono anche grandi differenze pratiche nella prenotazione dell'appuntamento: difficilissimo in Lombardia, molto facile nel Lazio.
La campagna vaccinale nel Lazio
La strategia della regione amministrata da Nicola Zingaretti, per stessa ammissione dell'assessore D'Amato, è quella di replicare il successo della campagna vaccinale in Israele. Questo si traduce nella vaccinazione della popolazione per fasce d'età: con il completamento della vaccinazione degli operatori scolastici, delle forze dell'ordine e delle persone fragili, si procederà esclusivamente andando a ritroso con gli anni di nascita dei cittadini. Ricordiamo che ad oggi, 23 marzo, nel Lazio è possibile prenotare la vaccinazione per tutti coloro che sono nati a partire dall'anno 1951 e presto, ha annunciato ieri D'Amato, si passerà ai 69enni e 68enni. Contemporaneamente i medici di famiglia stanno già vaccinando presso i loro studi la popolazione tra i 60 e i 70 anni con le dosi AstraZeneca. Da metà aprile, inoltre, il vaccino monodose Johnson&Johnson verrà distribuito non solo ai medici di medicina generale, ma anche alle farmacie.
Le differenze tra Lazio e Lombardia
La differenza con la campagna di vaccinazione lombarda sta anche nel metodo di prenotazione. I siti sono simili: VaccinazioniCovid per la Lombardia e PrenotaVaccinoCovid per la Regione Lazio. Per prenotare bisogna inserire, in entrambi i casi, il codice fiscale e una parte del codice della tessera sanitaria. Il meccanismo di prenotazione, tuttavia, è completamente diverso: tutti i cittadini del Lazio, anche gli over 80, hanno a disposizione una mappa con i centri vaccinali attivi nell'intero territorio della Regione Lazio. In teoria, quindi, un cittadino di Viterbo può scegliere di effettuare la vaccinazione a Roma, qualora lo volesse. I cittadini, inoltre, possono scegliere anche il giorno in cui effettuare la somministrazione, ma non l'orario. In automatico viene prenotata anche la seconda dose nello stesso centro. L'apertura delle prenotazioni per piccole fasce d'età (79-78, 77-76 anni) consente di evitare affollamenti sul sito di prenotazione. Difficoltà nel fissare gli appuntamenti, infatti, si registrano soltanto nelle due ore successive all'avvio delle prenotazioni. Progressivamente vengono aggiunti, in base all'arrivo delle dosi dei diversi vaccini, nuovi slot di somministrazione e nuovi siti vaccinali. Per quanto riguarda gli insegnanti, per esempio, vengono mostrati agli utenti soltanto i centri vaccinali che somministrano le dosi AstraZeneca e non quelli in cui viene somministrato Pfizer o Moderna. Nei centri segnati sulla mappa con il colore verde c'è disponibilità di appuntamenti, mentre i punti vaccinali segnati in rosso sono quelli in cui gli appuntamenti sono già esauriti. C'è anche una modalità che consente di ordinare la lista in base alle prime disponibilità per data su tutto il territorio della regione.
Cosa non funziona nella prenotazione in Lombardia
Completamente diversa è la modalità di prenotazione del vaccino in Lombardia: al termine della procedura di inserimento dei dati e di adesione alla campagna, il sistema genera in automatico una ricevuta con il riepilogo dei dati e il numero di richiesta adesione. Successivamente, il cittadino riceve un sms sul proprio telefonino o una telefonata sul proprio numero fisso (se è stato inserito solo il telefono di casa) in cui vengono fornite tutte le indicazioni per l'appuntamento. Non è possibile scegliere il luogo di vaccinazione, non è possibile selezionare il giorno né l'ora. Al momento, inoltre, non è neanche prevista la possibilità di modificare data, ora e luogo della somministrazione. L’appuntamento per la seconda dose, infine, viene comunicato contestualmente alla somministrazione della prima dose. "Non è necessario affrettarsi. La data di adesione non corrisponde all’ordine in cui si verrà vaccinati. Bisognerà attendere la programmazione dell’appuntamento, che avverrà tramite sms o chiamata", spiega Regione Lombardia.