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Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

Perché i pm chiedono alla Cassazione riaprire il caso di Serena Mollicone: c’entra anche Marco Vannini

I quattro motivi che hanno portato i procuratori ha presentare ricorso contro la sentenza di assoluzione della famiglia Mottola, accusata dell’omicidio di Serena Mollicone. Un motivo è legato al caso di Marco Vannini.
A cura di Enrico Tata
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Marco Vannini e Serena Mollicone.
Marco Vannini e Serena Mollicone.
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La procura generale ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza di assoluzione per la famiglia Mottola, accusata dell'omicidio di Serena Mollicone ad Arce nel 2001. I giudici d'appello hanno assolto Franco Mottola, all'epoca dei fatti comandante della stazione dei carabinieri di Arce, la moglie Anna Maria e il figlio Marco.

La tesi dei pm, con la quale chiedono ai giudici della suprema corte di rinviare nuovamente il caso alla corte d'assise d'appello, si basa su quattro motivazioni:

  1. I magistrati sottolineano come la Corte d'Assise d'Appello si sia "limitata a esporre la sentenza di primo grado", esprimendo una valutazione definita a tratti incoerente e contraddittoria e, a volte, senza motivazioni.
  2. Secondo i pm i giudici d'appello avrebbero pronunciato quella che viene definita una "motivazione apparente", perché si sarebbe astenuta dal compiere una "valutazione completa e complessiva di tutti gli indizi".
  3. Il terzo motivo è legato alla mancata motivazione della non acquisizione delle "intercettazioni ambientali e telefoniche delle conversazioni tra Da Fonseca e l’appuntato Venticinque nonché della testimonianza di Tersigni". Sonia De Fonseca e l'appuntato dei carabinieri Ernesto Venticinque sono stati intercettati mentre erano in macchina e la conversazione, è il parere degli inquirenti, avrebbe potuto spiegare alcune dichiarazioni rese dalla testimone. La Corte ha rigettato la richiesta, definendola "intempestiva e non necessaria".
  4. Il quarto motivo è legato al caso di Marco Vannini, il ragazzo ucciso da un colpo di pistola sparato per sbaglio mentre era in casa dei genitori della fidanzata, i Ciontoli. "Tutti gli imputati della famiglia Mottola erano investiti dell’obbligo di garanzia nei confronti di chi si trovasse nell’appartamento sfitto. Ognuno di loro aveva l’obbligo di adottare quelle misure idonee a evitare l’evento morte. Tutti e tre si trovavano in caserma quel giorno, come emerge dai tabulati telefonici". Come la famiglia Ciontoli con Marco Vanini, anche la famiglia Mottola avrebbe dovuto fare di tutto per salvare la vita a Serena.

I Mottola sono stati assolti sia in primo grado che in secondo grado perché, nelle parole della Corte d'Appello, "non vi sarebbe certezza di chi abbia commesso cosa" e "non è stato provato il comportamento dei singoli, posto che la ragazza sia entrata in caserma il 1° giugno del 2021". Secondo i giudici d'appello, inoltre, nel caso di Marco Vannini "il quadro delle condotte commissive e omissive era delineato, al contrario di quello Mollicone".

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