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Operaio muore schiacciato dal trattore, chiesti 4 anni per il datore di lavoro

Dovranno rispondere di omicidio colposo e violazione di norme sul lavoro un imprenditore e un presunto prestanome di una cooperativa per la morte dell’operaio Dumitriu Botan.
A cura di Alessia Rabbai
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Dimitru Botan
Dimitru Botan

Rischia quattro anni di carcere l'imprenditore Dante Presciutti, per la morte di Dumitru Botan, un operaio che lavorava per la sua ditta, morto il 19 giugno del 20, mentre tagliava un bosco nel territorio di Soriano del Cimino, Comune del Viterbese. Questa la richiesta della Procura della Repubblica di Viterbo, che ha chiesto inoltre tre anni di reclusione per il presunto prestanome Zakir Mahmudov. Nei confronti di entrambi i reati contestati sono omicidio colposo e violazione delle norme sul lavoro. I due imputati sono difesi dagli avvocati Francesco e Roberto Massatani per Presciutti e Samuele De Santis per Mahmudov, che hanno chiesto l’assoluzione, perché i loro assistiti non avrebbe commesso il fatto, ma che si sia trattata di una tragica fatalità.

Le indagini sono partite dalla morte di Botan, che ha tragicamente perso la vita sul lavoro, dopo che il mezzo a bordo del quale stava operando è precipitato in un dirupo in località Piangoli. A condurle i carabinieri coordinati dal procuratore capo paolo Auriemma e il sostitiuto Stefano D'Arma, insieme al Nucleo Integrazione Lavorativa (Nil) e al servizio Spresal della Asl. Secondo quanto ricostruito in sede d'indagine al momento in cui sono accaduti i drammatici fatti il trattore alla guida del quale si trovava Botan si è ribaltato, presumibilmente a causa della pendenza, ed è precipitato nella scarpata, schiacciandolo. Un impatto che purtroppo non gli ha lasciato scampo.

La zona era talmente impervia, che i soccorritori arrivati per recuperare il corpo lo hanno raggiunto con difficoltà. Dalle indagini inoltre è emerso che Presciutti avrebbe usato prestanomi per gestire la sua cooperativa anche quando non ne compariva a capo. La Procura è infatti convinta che si sia servito di presunti prestanome da far figurare a capo dell’azienda, ma di fatto avrebbe continuato lui a dirigerla.

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