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Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

Omicidio Mollicone, la teste chiave: “Serena è stata vista entrare nella caserma dei carabinieri”

Sonia De Fonseca, una testimone chiave citata dalle parti civili, ha dichiarato davanti alla Corte d’Appello che la donna che frequentava Santino Tuzi le avrebbe detto di aver visto la 18enne il 1 giugno del 2001 entrare nella caserma dei carabinieri di Arce.
A cura di Alessia Rabbai
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Serena Mollicone il giorno della sua scomparsa è stata vista entrare nella caserma dei carabinieri di Arce. A confermare la presenza della ragazza quel 1 giugno del 2001 è la deposizione fatta da Sonia De Fonseca, una testimone chiave citata dalla parti civili e amica di Anna Rita Torriero, la donna che aveva una relazione con il brigadiere Santino Tuzi, trovato morto. "Anna Rita Torriero era preoccupata, la mattina in cui Santino è stato trovato morto. Usò il mio telefono per chiamarlo e in quella occasione mi disse di aver visto Serena Mollicone nella caserma dei carabinieri di Arce, dove lei si trovava per essere andata a portare un panino a Tuzi" ha detto davanti ai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Cassino, come riporta Il Corriere della Sera. Torriero rivelò dunque la presenza della ragazza in caserma, mettendola in relazione al suicidio del carabiniere, che si sarebbe tolto la vita l’11 aprile 2008. De Fonseca ha detto che: "Torriero mi confidò anche che secondo lei Marco Mottola era coinvolto nel delitto di Serena e che Santino si sarebbe suicidato perché sapeva del coinvolgimento di Marco Mottola e temeva per sé e la sua famiglia". Di contro Torriero ascoltata in aula avrebbe dichiarato che non era sicura di aver visto Serena in caserma proprio quel primo giugno e non in un'altra data. Su questo aspetto punta la difesa.

L'omicidio di Serena Mollicone

Serena Mollicone è scomparsa da Arce a diciotto anni, dopo essere uscita di casa per un'ortopanoramica, il primo giugno del 2001. Di lei per tre giorni si sono perse le tracce, poi, il tragico ritrovamento del suo corpo senza vita, con mani e piedi legati con delle fascette e una busta di plastica in testa, nel Bosco dell'Anitrella in località Fonte Cupa. Inizialmente i sospetti degli investigatori sono ricaduti sul padre Guglielmo, indagato e portato via dai carabinieri durante i funerali della figlia, ma nel 2006 la Cassazione lo ha prosciolto da ogni accusa. Guglielmo si è sempre battuto perché sua figlia ricevesse giustizia ed è deceduto a maggio 2020. Ora a rappresentarlo in Tribunale ci sono i famigliari insieme e l'avvocato Dario De Santis.

Cinque imputati per l'omicidio di Serena Mollicone

Per l'omicidio di Serena Mollicone sono imputate cinque persone: l'ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, il maresciallo Franco Mottola, la moglie Anna Maria e il figlio Marco, il maresciallo Vincenzo Quatrale e l'appuntato Francesco Suprano. I Mottola e Quatrale sono accusati di concorso in omicidio, Quatrale anche di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Suprano è accusato di favoreggiamento. Secondo l'accusa Serena Mollicone, era andata nella caserma dei carabinieri, dove ha avuto una discussione con Marco Mottola (sembra perché volesse denunciarlo per spaccio di droga) e lì sarebbe stata aggredita battendo la testa contro una porta e cadendo a terra svenuta. I Mottola, credendola morta, l'avrebbero poi portata in un boschetto e soffocata con un sacchetto di plastica.

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