Rocca di Papa, cosa sappiamo sull’omicidio di Franco Lollobrigida ucciso dal padre di Giuliano Palozzi

Franco Lollobrigida e Guglielmo Palozzi martedì 8 luglio si sono incontrati in via Roma, vicino ai giardinetti di Piazza della Repubblica a Rocca di Papa. Non è chiaro se i due si siano incrociati per caso oppure se si siano dati appuntamento. A chiarirlo sarannno le indagini sull'omicidio del trentacinquenne, che ieri ha scosso il Comune alle porte di Roma. Quando si sono incontrati Palozzi, operatore ecologico sessantunenne, era in giro con il carretto degli attrezzi per la nettezza urbana ed era armato. Franco Lollobrigida era da tempo a piede libero, a processo per l'omicidio del figlio di Guglielmo, Giuliano Palozzi.
La ricostruzione dell'omicidio di Franco Lollobrigida
Secondo le prime ricostruzioni fatte dai carabinieri che si occupano delle indagini coordinati dalla Procura della Repubblica di Velletri Palozzi avrebbe aspettato Lollobrigida, sparandogli alle spalle e uccidendolo sul colpo.
Lollobrigida è stato raggiunto da un proiettile alla schiena ed è finito riverso al suolo, perdendo i sensi. Le persone che erano presenti in quel momento nei giardinetti hanno dato l'allarme, chiamando il Numero Unico delle Emergenze 112 e chiedendo l'intervento urgente di un'ambulanza. Sul posto sono giunti diversi mezzi di soccorso, ma quando i soccorritori sono arrivati per Lollobrigida non c'è stato purtroppo nulla da fare.
I carabinieri di Frascati hanno fermato Guglielmo Palozzi, che non ha opposto resistenza. Tra i primi ad arrivare sul luogo del delitto il sindaco di Rocca di Papa Massimiliano Calcagni. Intervistato da Fanpage.it ha spiegato di aver preso un caffè con Palozzi poche ore prima che uccidesse Lollobrigida: "Era calmo e tranquillo".
Gli aspetti ancora da chiarire sull'omicidio di Franco Lollobrigida
Ci sono ancora dei tasselli mancanti nella vicenda dell'omicidio di Franco Lollobrigida. Gli investigatori dovranno ricostruire cos'è accaduto prima dello sparo, se i due abbiano accordato un incontro e perché. Importanti ai fini delle indagini potrebbero rivelarsi le immagini immortalate dalle telecamere di sorveglianza presenti in zona, che potrebbero aver ripreso dei particolari utili a ricostruire l'accaduto. L'ipotesi rispetto al movente è quello di un gesto compiuto per vendetta. Franco Lollobrigida era a processo per l'omicidio preterintenzionale del figlio trentaquattrenne di Guglielmo, Giuliano Palozzi, ucciso nel 2020 per un debito di droga di 25 euro, massacrato di botte e deceduto in ospedale dopo mesi di coma.
Lollobrigida dopo oltre un anno di misura cautelare tra carcere e ai domiciliari stava affrontando il processo a piede libero. Assolto in primo grado "per non aver commesso il fatto" e condannato a dieci anni di carcere in Appello il 20 maggio scorso, era in attesa delle motivazioni della sentenza che sarebbero arrivate tra qualche giorno. Successivamente tramite i suoi avvocati avrebbe fatto richiesta di ricorso in Cassazione.