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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Omicidio Cerciello, Natale Hjorth chiede gli arresti domiciliari nella casa dei nonni a Fregene

Il ragazzo è accusato di concorso in omicidio volontario insieme all’amico Finnegan Lee Elder. Arrestato il giorno dopo l’uccisione del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, trova in carcere da più di un anno. A sferrare le coltellate è stato Elder. Natale Hjorth, invece, aveva ingaggiato una colluttazione con il collega di Cerciello Andrea Varriale.
A cura di Natascia Grbic
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Gabriel Natale Hjorth, il ragazzo americano in carcere con l'accusa di aver ucciso in concorso con l'amico Finnegan Lee Elder il Vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ha chiesto di andare agli arresti domiciliari. I legali del giovane hanno depositato un'istanza alla prima corte d'Assise, chiedendo di trasferire Hjorth presso la casa dei nonni a Fregene applicando ‘eventualmente' un dispositivo elettronico. Secondo i difensori del giovane sarebbero diminuite le esigenze cautelari: non ci sarebbe pericolo di fuga né rischio di reiterazione del reato. La decisione sarà comunicata ai legali nelle prossime settimane.

Il vicebrigadiere morto per ‘shock emorragico'

Nell'ultima udienza del processo che vede imputati Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder, il medico legale ha chiarito le cause della morte di Mario Cerciello Rega, deceduto in seguito a undici coltellate inferte da Elder la notte del 26 luglio. Secondo quanto riportato dal medico, il vicebrigadiere è morto a causa di un forte shock emorragico. "Nei suoi organi non c'era più sangue, l'aveva perso tutto", ha dichiarato in aula. Due le coltellate fatali: una che ha reciso l’arteria del cavo ascellare destro, e l'altra che ha attraversato l’emitorace sinistro. In totale, sono state "undici coltellate tutte simili tra loro, sferrate ai fianchi, sia a destra che a sinistra e tutte in profondità". Hanno provocato "lesioni micidiali perché tutte arrivate in profondità e proprio per questo hanno causato una perdita di sangue enorme". Non sono stati rilevati, invece, "colpi frontali" e quindi si può concludere che "ci fosse poco spazio tra aggressore e vittima".

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