Omicidio caporale Pipitone, 3 indagati per favoreggiamento: hanno aiutato Abidi a fuggire in Francia

Ci sono altri tre indagati nell'ambito dell'inchiesta per l'omicidio del caporale Danilo Salvatore Lucente Pipitone, ucciso la notte tra il 10 e l'11 febbraio durante una lite Centocelle, in via dei Sesami. Secondo quanto riportato da il Messaggero, avrebbero aiutato Mohamed Abidi, il presunto killer, a fuggire dall'Italia. Nelle perquisizioni effettuate la scorsa settimana sono state trovati numerosi cellulari e schede sim, oltre a varie fototessere di Abidi, e due carte d'identità in bianco risultate rubate nel 2014 all'Anagrafe di largo Nicolò Canella. Uno degli indagati aveva inoltre una ricevuta di invio denaro in Francia, dove poi Abidi è stato arrestato.
L'ipotesi degli investigatori della Squadra Mobile è che i tre, due uomini e una donna, abbiano aiutato Abidi a fuggire, inviandogli soldi e documenti falsi per arrivare in Tunisia. È stato però fermato dopo due settimane di latitanza, al confine con la Francia. Le forze dell'ordine avevano le sue impronte digitali registrate per guida senza patente, e dal database è emerso che era ricercato per omicidio preterintenzionale. A quel punto è scattato il fermo.
Secondo l'accusa, Mohamed Abidi ha ucciso il caporale Pipitone, operatore sanitario al policlinico militare del Celio, nella notte tra il 10 e l'11 febbraio. A scatenare la furia dell'uomo, il fatto che il militare avrebbe parcheggiato in un posto che considerava ‘suo'. Gli avrebbe intimato di andarsene, cosa che Pipitone si sarebbe rifiutato di fare: a quel punto lo avrebbe pestato a morte, colpendolo con calci e pugni, soprattutto alla testa.
Il 45enne è stato trovato da alcuni passanti in terra, coperto di sangue, privo di conoscenza. Trasportato d'urgenza al policlinico Umberto I di Roma, è deceduto poche ore dopo.