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Morto a vent’anni nel carcere di Viterbo: “Preso a schiaffi dalla penitenziaria prima del suicidio”

Hassan Sharaf, il giovane di vent’anni morto all’ospedale di Belcolle dopo una settimana dal tentato suicidio nel carcere Mammagialla, è stato preso a schiaffi da un agente della penitenziaria prima di impiccarsi.
A cura di Natascia Grbic
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Preso a schiaffi talmente forte da una guardia penitenziaria tanto da fargli sbattere la testa al muro. Questo, secondo il racconto del maresciallo dei carabinieri, quanto accaduto ad Hassan Sharaf il giorno in cui si impiccò in una cella d'isolamento del carcere Mammagialla di Viterbo. Ieri in aula ha parlato il maresciallo cui la procura ha delegato le indagini. Nel processo di ieri, secondo quanto riportato da Il Messaggero, si è parlato dell'abuso dei mezzi di correzione che sarebbero stati portati avanti da due agenti nei confronti del ventenne, morto poi dopo una settimana di agonia all'ospedale di Belcolle.

"Mentre era nella cella di isolamento era agitato, più volte allungava le braccia dalla finestrella del blindo per richiamare l’attenzione – le parole del maresciallo, riportate dal quotidiano – Si è anche ferito alle braccia e poco dopo è entrato un agente penitenziario e gli ha dato uno schiaffo che lo ha sbattuto contro il muro".

I carabinieri che indagano sul caso hanno sequestrato le telecamere di sorveglianza che si trovano all'interno del carcere di Mammagialla. Secondo l'accusa, il giovane si sarebbe ucciso a causa delle tremende condizioni di detenzione cui era sottoposto. Hassan, secondo i suoi parenti, non si doveva proprio trovare in carcere: aveva un deficit cognitivo e problemi di dipendenza documentati da accertamenti clinici. Condannato per un furto e per il possesso di dieci grammi di hashish, sarebbe uscito dal carcere un mese dopo la sua morte.

Nelle immagini delle telecamere si vede Hassan che esce dalla sua stanza e si dirige verso l'isolamento, cui era stato confinato. Al suo interno inizia a innervosirsi, le sue mani escono più volte dalle sbarre. Uno degli agenti imputati entra nella stanza e gli tira uno schiaffo, facendolo sbattere al muro. Quando torna a controllarlo, si accorge che il ragazzo si era impiccato e chiama i soccorsi, che sono arrivati però quando il ventenne era già in coma.

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