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Morte Gianmarco Pozzi, perizia medico legale esclude l’aggressione: “Intossicazione da cocaina”

È scontro tra i periti sulle analisi medico legali sul corpo di Gianmarco Pozzi. Il consulente della procura infatti ha affermato che le lesioni sarebbero compatibili con una caduta dall’altro, escludendo l’aggressione. I periti della famiglia Pozzi, che presenteranno a breve le loro conclusioni, ritengono che il ragazzo sia stato colpito con un corpo contundente.
A cura di Simona Berterame
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La perizia medico legale sul corpo di Gianmarco Pozzi, il 28enne trovato privo di vita a Ponza il 9 agosto scorso, è stata depositata dalla dottoressa Daniela Lucidi, nominata dal sostituto procuratore Beatrice Siravo. Il giovane si trovava sull'isola per lavorare come buttafuori e cameriere per la stagione estiva e la sua tragica fine presenta ancora tanti punti oscuri. Secondo il racconto dei suoi coinquilini, Gianmarco sarebbe fuggito dalla finestra della loro abitazione, in preda ad allucinazioni e deliri dovuti al consumo di sostanze stupefacenti. La famiglia di Gianmarco non ha mai creduto all'ipotesi di un tragico incidente, portata avanti nell'immediatezza dagli inquirenti, ma è convinta che il ragazzo sia stato aggredito e poi ucciso. Solo pochi giorni fa infatti la Procura di Cassino ha aperto un fascicolo per omicidio, al momento contro ignoti.

Le conclusioni della perizia

Nessuna aggressione, colluttazione, immobilizzazione o trascinamento del corpo. Gianmarco non stava fuggendo da un presunto aggressore e non è stato picchiato. Perciò secondo la consulente della Procura non è possibile ipotizzare una morte violenta ma è verosimile che il decesso sia avvenuto come conseguenza di una precipitazione dall'alto. Inoltre secondo la dottoressa  Lucidi, Gianmarco si trovava in una condizione di intossicazione acuta da cocaina, aveva perciò assunto una quantità considerata compatibile con lo sviluppo di allucinazioni e deliri.

La risposta della difesa di Gianmarco

La famiglia di Gianmarco non ci sta ed a breve presenterà una perizia di parte per evidenziare che il ragazzo ha combattuto per difendersi prima di essere gettato nell'intercapedine. "I nostri medici legali da una prima visione delle fotografie sostengono che è assolutamente inverosimile che un corpo possa avere quelle lesioni provocate da quella caduta – afferma l'avvocato Fabrizio Gallo, difensore della famiglia Pozzi – ma sono visibili importanti lesioni da aggressione con corpo contundente". E per quanto riguarda l'esame tossicologico, per la difesa quella quantità non sarebbe compatibile con deliri e allucinazioni.

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