Luigi Cena ucciso alla festa dell’uva, un testimone: “Si è rifugiato dietro la giostra, lo hanno raggiunto e massacrato”

"Non era una rissa ma un gruppo che ha aggredito Luigi". A parlare è un testimone (che chiameremo Marco ndr.) presente la sera tra il 5 e il 6 ottobre quando è avvenuto il violento pestaggio che ha portato alla morte del giostraio di Capena, deceduto in ospedale dopo giorni di agonia.
Il racconto della violenza
Marco descrive una dinamica, durata in totale pochi minuti, che si è sviluppata in più tempi. Dei ragazzi provavano ad avventarsi su Luigi mentre altri li trattenevano, lui riusciva a divincolarsi e allontanarsi ma loro lo raggiungevano di nuovo. Al terzo avvicinamento sarebbe avvenuto il violento pestaggio. "Lui si è allontanato dietro l'ottovolante ma lo hanno raggiunto di nuovo e colpito".
Nello specifico il testimone, che è stato ascoltato nei giorni scorsi dagli inquirenti, ricorda di aver visto anche una donna all'interno del gruppo violento. "Ho notato una ragazza giovane con i capelli scuri. Prima stava litigando con una signora che poi ho scoperto essere la moglie di Luigi e poi l'ho vista mentre dava dei calci al giostraio mentre era a terra".
Una furia di violenza che si è consumata davanti a centinaia di presenti attoniti. "Non mi sono avvicinato perché avevo i miei figli piccoli con me. Le forze dell'ordine sono arrivate subito, è successo tutto in due o tre minuti ma Luigi era già riverso a terra. Vedere una persona di una certa età in quelle condizioni e aggredita da un gruppo di ragazzini ti fa capire che il mondo sta veramente andando a rotoli".
Le indagini
Nel frattempo le indagini proseguono e non si esclude che le persone coinvolte potessero conoscere bene la vittima, forse avere anche un legame di parentela. Tre ragazzi, fra i 20 e i 25 anni, sono indagati per l'omicidio di Stefano ‘Luigi' Cena, il giostraio massacrato di botte durante la Festa dell'Uva di Capena, vicino Roma, lo scorso 5 ottobre e morto dopo nove giorni di sofferenze il 14 ottobre.