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Lucha y Siesta acquistata dalla Regione Lazio: la casa per le donne vittime di violenza è salva

La Regione Lazio ha acquistato Lucha y Siesta, la casa rifugio per le donne vittime di violenza che ha rischiato di chiudere per sempre dopo che Atac ha messo all’asta lo stabile in cui si trova. Bonafoni: “Oggi è una giornata storica per le cittadine di Roma, ma anche per le donne e gli uomini del Lazio e del nostro Paese”.
A cura di Natascia Grbic
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È ufficiale: ad aggiudicarsi la terza asta e ad acquistare Lucha y Siesta è stata la Regione Lazio. Lo ha annunciato oggi la consigliera regionale Marta Bonafoni, che dall'inizio, da quando con una mozione la Regione si era impegnata ad aprire un tavolo con il Comune di Roma per scongiurare la chiusura dell'immobile, ha seguito la vicenda. La casa rifugio per le donne vittime di violenza, che Atac aveva deciso di vendere, potrà così continuare il suo operato senza ulteriori minacce di sgombero, che da tempo facevano vivere nell'angoscia non solo le attiviste, ma soprattutto le donne e i minori ospiti della struttura.

"Che ci siamo e ci saremmo state lo avevamo annunciato e ribadito più volte nel corso degli ultimi due anni e mezzo – ha dichiarato Marta Bonafoni in una nota – Eppure oggi è una giornata storica per le cittadine di Roma, ma anche per le donne e gli uomini del Lazio e del nostro Paese. La Casa delle Donne ‘Lucha y Siesta’ è salva: alla terza asta la Regione Lazio si aggiudica l’immobile di via Lucio Sestio 10 a Roma, finito nel concordato preventivo di Atac, e permette così a un’esperienza unica in Europa, nata dall’impegno sul territorio di un nutrito gruppo di attiviste femministe e transfemministe, di vivere e continuare a dare ricchezza e luce alla città. Un’operazione inedita, figlia della buona politica e di un rapporto virtuoso tra istituzione e attiviste, grazie al quale è salvo quel patrimonio di sogni, relazioni e opportunità per donne e bambini in uscita dalla violenza tessuti dalle attiviste di ‘Lucha’ in 13 anni di lotte, sacrifici e un’incredibile capacità di resistenza che le ha portate fin qui, a festeggiare insieme a noi questa vittoria".

Attiva da tredici anni, Lucha y Siesta è un punto di riferimento a Roma per le donne che cercano aiuto e vogliono fuoriuscire da situazioni di violenza. La struttura era di proprietà di Atac, che ha deciso di metterla all'asta e venderla al migliore offerente per migliorare la sua situazione finanziaria. E così negli ultimi anni si sono susseguite minacce di sgombero e tentativi di distacco di utenze, anche con le donne e i minori presenti all'interno. Azioni, riporta Bonafoni, che denotano la "totale mancanza di visione della giunta capitolina guidata da Virginia Raggi, che ci ha costretto a giocare una partita bendate sui destini di donne e bambini in stato di protezione, fino ai paventati tentativi di speculazione immobiliare, che hanno creato un clima di tensione e paura, anche negli ultimi istanti di questa incredibile vicenda. Siamo state più forti noi che, consapevoli di quanto lunga e accidentata sarebbe stata la strada, abbiamo creduto di potercela fare".

"Con questa acquisizione  la Regione riconosce una storia importante e apre, a tutta la comunità che l'ha scritta, un futuro possibile dopo anni di precarietà e incertezze", dichiarano le attiviste di Lucha y Siesta in una nota. "Proprio quando abbiamo avuto più paura, insieme abbiamo difeso Lucha dichiarandola patrimonio comune inalienabile e su questo tracciato collettivo intendiamo continuare a camminare. Sui cardini dell'autodeterminazione, grazie alle energie immesse dalla marea fuxia e alle relazioni con le altre Case delle donne nel mondo. Vogliamo da oggi vedere crescere i contorni della comunità ampia e trasversale capace di accogliere e di progettare ancora fra utopia possibile e ribaltamento dei poteri e delle gerarchie sociali.Sia chiaro che Lucha è qui e sarà ancora altrove contro il patriarcato, la violenza e il sessismo".

"Abbiamo salvato Lucha y Siesta, una grande esperienza di protagonismo delle donne e lotta alla violenza di genere – ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – Un patrimonio di tutta Roma e della nostra comunità. Lo abbiamo fatto perché è ipocrita riempirsi la bocca della parola diritti e solidarietà e poi assistere senza fare nulla alla chiusura dei servizi. È lo stesso spirito che ci ha portato, qualche anno fa, a salvare tutti i centri antiviolenza di Roma e provincia che rischiavano di chiudere. E poi a garantire alle donne spazi per organizzare attività culturali, di promozione delle pari opportunità, di contrasto agli stereotipi e alla violenza, con il bando sui luoghi delle donne che ha aiutato Lucha y Siesta, la Casa Internazionale delle Donne e altre preziose realtà nei quartieri.Ora la Regione Lazio resterà al vostro fianco, la vostra storia è un bene comune: i vostri valori sono anche i nostri. Grazie per il coraggio e l’impegno di ogni giorno".

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