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L’orrore degli allevamenti intensivi, migliaia di carcasse smaltite illegalmente: “Rischio aviaria”

Fanpage.it pubblica in anteprima un’inchiesta della Lav sugli allevamenti avicoli nel Viterbese. Una discarica abusiva a cielo aperto dove le carcasse vengono smaltite illegalmente e animali morti nei capannoni insieme a quelli vivi, spesso feriti e lasciati senza cure. Con un aumento di riischio di epidemia influenza aviaria e per la salute umana.
A cura di Alessia Rabbai
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Una discarica abusiva di carcasse sotterrate invece di essere smaltite come la normativa richiede. È lo scenario portato alla luce e denunciato dalla Lega Anti Vivisezione (Lav) e pubblicato in anteprima da Fanpage.it sugli allevamenti avicoli nel Viterbese. Si tratta di un territorio nell'Alto Lazio, che si estende per circa venti chilometri tra i Comuni di Grotte Santo Stefano, Bomarzo e Montefiascone, dove nel corso degli ultimi anni sono nate circa quaranta strutture di allevamento di polli da carne, galline ovaiole e tacchini, con un rapporto di circa 700 animali allevati per abitante. "Siamo entrati in azione a seguito delle proteste della popolazione – spiegano gli attivisti – ciò che è emerso è l'esistenza di gravi criticità e un potenziale rischio per la salute umana, se si pensa all'epidemia d'influenza aviaria e ai numerosi focolai che si sono diffusi in Italia, tra i quali uno anche nel Lazio".

Carcasse di animali sotterrate

Gli attivisti Lav hanno scoperto una discarica abusiva a cielo aperto in un allevamento di polli di Bomarzo, dove gli animali morti in decomposizione vengono ammassati e ricoperti. "Uno stato in cui le carcasse possono venire a contatto con gli animali selvatici, amplificando la possibilità di diffondere patogeni – spiegano – Una condotta illecita, che mette a rischio la collettività e gli animali stessi".

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Migliaia di carcasse insieme agli animali vivi

All’interno dei capannoni lo scenario è agghiacciante: come si vede nelle immagini del video, le carcasse sono a stretto contatto con gli animali vivi e ci sono animali feriti, lasciati senza cure. "Già dagli anni passati abbiamo documentato animali in condizioni igienico-sanitarie non adeguate ed in stato di grave sovraffollamento, nonostante l’allevamento abbia a disposizione zone all’aperto, che appaiono mai utilizzate" spiegano gli attivisti. Una situazione che Lav ha già denunciato negli allevamenti del Nord Italia con Aitor Garmendia e Linas Korta. "Dalla pandemia dovremmo aver imparato che non possiamo continuare a basare la nostra presenza su questo Pianeta sullo sfruttamento degli animali e sulla distruzione dell’ambiente – dichiara Lorenza Bianchi, responsabile Lav area Animali negli Allevamenti – è necessario riconoscere il ruolo chiave dell’allevamento nell’insorgenza e nella diffusione di malattie emergenti, spostando i finanziamenti pubblici dagli allevamenti alla produzione di alimenti vegetali.”

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"Problemi respiratori e ripercussioni sulla salute umana"

Il comitato Copattrim ha presentato un ricorso contro la costruzione di una nuova struttura nel Comune di Montefiascone, che ospiterebbe 40mila galline per la produzione di uova di cui il  Consiglio di Stato ne ha temporaneamente fermato i lavori in attesa dell’udienza che è in calendaio per la prossima primavera. "L'altissima concentrazione di allevamenti – spiaga ancora Lav – ha gravi ripercussioni sull’ambiente e sulla salute umana, a causa delle elevate emissioni di ammoniaca e della formazione di particolato, che, unito all’incremento del traffico pesante per la movimentazione degli animali, ha contribuito ad un netto peggioramento della qualità dell’aria e dei problemi respiratori tra la popolazione".

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