L’indice Rt nel Lazio torna sopra a 1 e supera di nuovo la soglia di sicurezza

L'indice Rt nel Lazio (l'indice di contagiosità del virus) torna sopra ad 1, esattamente a 1.04. Gli aggiornamenti di venerdì 4 dicembre e risalgono al periodo compreso tra l'11 e il 24 novembre, come emerso dalla bozza del monitoraggio settimanale sull’epidemia di coronavirus in Italia realizzato da Istituto superiore di sanità (ISS) e ministero della Salute e divulgato anche nel bollettino odierno che informa sui contagi e sull'andamento dell'emergenza nel Lazio. L'indice Rt nella città di Roma si attesta sullo 0.81. A commentare i dati l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, che, a fronte dei numeri, ha spiegato come non bisogni abbassare la guardia: "Occorre il massimo rigore ed evitare i cali di attenzione come purtroppo abbiamo segnalato a partire dagli assembramenti nei centri commerciali. Mantenere il rigore nelle prossime festività è un elemento essenziale per evitare una nuova ondata" spiega, facendo una riflessione sulle festività in vista. L’Incidenza a 14 giorni è pari a 505.8 per 100 mila abitanti. La classificazione complessiva del rischio moderata. Lo scorso rilevamento di venerdì 27 novembre vedeva nel Lazio un RT pari a 0,88.
I nuovi dati sugli indici Rt in Italia e nelle regioni
L'indice Rt in Italia è pari a 0,91, mentre la scorsa settimana era di 1,08. Per quanto riguarda gli indici singoli di ogni regione, dai nuovi dati emerge che, in 16 tra regioni e province autonome si registra un Rt inferiore a 1, il valore di allarme. L'indice Rt è invece superiore a 1 in cinque regioni, oltre al Lazio, Calabria (1.06), Molise (1.38), Veneto (1.13) e Toscana (1.01). Nel report si segnala anche che per la seconda settimana consecutiva l’incidenza dei casi negli ultimi quattordici giorni è diminuita. Si tratta di dati definiti “incoraggianti” e che “confermano l'impatto delle misure che si accompagnano con una diminuzione nelle ospedalizzazioni in area medica e in terapia intensiva; tuttavia, la pressione sui servizi ospedalieri è ancora molto elevata”.