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Linda massacrata dal marito: “Torno in tribunale: serve coraggio per credere nella giustizia”

“Ci vuole coraggio per credere nella giustizia che tarda a presentare il conto ai colpevoli”, queste le parole di Linda Moberg, massacrata di botte dal marito nel 2019 e ancora in attesa di processo.
A cura di Beatrice Tominic
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"Ci vuole coraggio per trovare la forza a combattere e ci vuole coraggio per credere in una giustizia che tarda a presentare il conto per i colpevoli di questi crimini". Queste le parole di Linda Moberg, massacrata di botte nel maggio 2019 dal marito con il bastone del mocio, poi strangolata.

"Per il quarto anno di seguito sarò insieme al mio avvocato Massimiliano Santaiti, al Tribunale Penale di Roma. Dovrebbe parlare l’imputato e forse dopo 4 anni mi troverò di fronte a chi con colpi di bastone mi ha massacrato con l’intenzione di uccidermi –  ha aggiunto, facendo riferimento al processo fermo da anni a causa del covid – Tutte le donne che come me lottano per avere giustizia, combattono con la paura di incontrare per strada i loro aguzzini e porteranno per sempre le cicatrici nell’anima. In memoria di tutte le Donne che al processo non sono mai arrivate, per non dimenticare mai".

Il bastone del mocio con cui Linda Moberg è stata picchiata dal marito.
Il bastone del mocio con cui Linda Moberg è stata picchiata dal marito.

L'aggressione: "Salva grazie a mio figlio"

"Ricordo che mi ha dato una spinta, mi ha fatto cadere a terra, mi ha picchiato, mi ha tirato calci e quant'altro in più riprese, fino a quando ha perso totalmente il controllo: ha preso un mocio e ha iniziato a picchiarmi selvaggiamente fino a quando non ho perso conoscenza – ha raccontato a Fanpage.it Linda Moberg – Sulle foto scattate dopo la violenza al mio volto, ci sono segni chiari di strangolamento: sicuramente deve aver tentato di strangolarmi dopo che io ho perso conoscenza".

A trovarla esanime sul pavimento il figlio, Riccardo: "Quando è rientrato in casa, mi ha trovato che non respiravo più ed era convinto che fossi morta: se non fosse arrivato lui, probabilmente non sarei qui a raccontarlo".

Il processo

Da quasi quattro anni Linda aspetta che la giustizia faccia il suo corso: rinviato a giudizio a novembre 2019, la prima udienza è stata rinviata a casa dell'emergenza coronavirus. Rinviate anche le udienze successive per l'assenza, per due volte, di un giudice togato. Nel frattempo, però, Linda e suo figlio continuano ad aver paura di incontrare per strada l'uomo che l'ha aggredita, ex marito per una e padre per l'altro.

"L'ex marito più volte ha manifestato l'intenzione di portare a termine ciò che ha iniziato. Nei suoi confronti ad oggi non c'è alcuna misura cautelare", ha ricordato il  legale che assiste la donna, l'avvocato Massimiliano Santaiti.

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