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L’ex tentatrice di Temptation Island Fabiola Cimminella e quelle serate nei salotti della camorra

Il nome di Fabiola Cimminella, compagna di Daniele Muscariello, produttore cinematografico arrestato per riciclaggio, appare più volte nelle carte delle indagini (la ragazza non è indagata).
A cura di Emilio Orlando
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Investimenti con soldi sporchi e recupero crediti con attività violente le attività "delegate" dalla malavita campana a Daniele Muscariello. Secondo il collaboratore di giustizia, "O Lion" al secolo Umberto D'Amico, il produttore cinematografico arrestato per riciclaggio, rivestiva a Roma un ruolo importante per conto del clan D'Amico avendo ricevuto direttamente dal boss Salvatore D'Amico il compito di curare gli interessi del clan nel Lazio. Il manager finito in manette, insieme a Luigi e Salvatore Varlese, Giovanni Sanges, Andrea Belardi, Michele Olivieri, Sergio Gallo, Catello Pontone e Gennaro Gaglione, secondo il testimone, sentito tre volte dai magistrati della direzione distrettuale antimafia capitolina, era il "luogotenente" e persona di fiducia dei boss.

Durante le altre audizioni, il collaboratore ha riferito particolari circostanziati e precisi circa i rapporti che Muscariello, insieme alla sua compagna Fabiola Cimminella (non indagata), ex tentatrice ed ex corteggiatrice di "Uomini e Donne" e della terza edizione di "Temptation Island" e ballerina di "Made in Sud" e "Ciao Darwin", intratteneva con i sodali del clan D'Amico a Napoli e nei "salotti" della camorra.

Il nome della Cimminella compare più volte nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari Simona Calegari, anche quando gli investigatori stavano per installare una "cimice" nell'automobile del manager. In quell'occasione il tentativo di installazione non andò a buon fine e Muscariello e compagna si insospettirono dopo aver visto alcune persone intorno la macchina. La soubrette di origini partenopee consigliò al compagno di rivolgersi all'amico carabiniere per informarsi se ci fosse un'indagine in corso. Nelle intercettazioni, infatti, la donna sembra essere consapevole dei reati commessi da Daniele Muscariello. Nelle conversazioni intercettate dai carabinieri e dalla guardia di finanza, è emerso che il manager cinematografico, insieme a Elvis Demce e Nikolin Shkrepi e altri criminali albanesi, legati a Fabrizio Piscitelli alias " Diabolik", assassinato nel parco degli Acquedotti nel 2019, aveva progettato il sequestro di un imprenditore edile dei Castelli Romani. Quest'ultimo, secondo le indagini, doveva pagare il pizzo al gruppo camorristico D'Amico, Luongo, Mazzarella, detti "I Gennarella", per un appalto al comune dell'Aquila per la ricostruzione post terremoto. Nel corso dell'inchiesta sono emersi anche legami con la mafia albanese, che controlla le piazze di spaccio a Velletri, dove nel corso degli anni si sono verificati due omicidi legati alla faida italo – albanese , tra cui quello di Cristian Di Lauro, trovato carbonizzato in macchina nel 2017. Per "ripulire" i soldi il clan si affidava anche a un’azienda vitivinicola di Monteporzio Catone.

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