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Le proposte dei ristoratori se Lazio torna zona gialla: “Orari scaglionati per aprire anche a cena”

Orari scaglionati per tenere aperto sia a pranzo che a cena. Questa la proposta delle associazioni di categoria al prefetto Matteo Piantedosi e all’assessore allo Sviluppo Economico della Regione, Paolo Ornel, se il Lazio tornerà in zona gialla. Se dovesse invece restare in arancione si punta a tenere aperto fino alle 18.
A cura di Alessia Rabbai
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Riaprire ristoranti e bar in sicurezza. Questa la richiesta di Fipe confcommercio e Fiepet Confesercenti, al prefett  Matteo Piantedosi e all’assessore allo Sviluppo Economico della Regione, Paolo Ornel, che hanno annunciato la ripresa delle attività a partire già da sabato o da domenica prossima 31 gennaio, giornata in cui il Lazio, a seguito delle valutazioni dell'Istituto Superiore di Sanità, dovrebbe tornare zona gialla. La proposta è di tornare operativi con due fasce orarie di apertura, per non congestionare strade e piazze, nel rispetto del coprifuoco, che resta sempre alle ore 22. Le associazioni di settore alzano l'allarme su quelle che saranno le ripercussioni delle chiusure, con attività commerciali che non riapriranno e con altre che potrebbero non riaprire per le ingenti spese che si trovano a dover affrontare. Ristoranti e bar sono infatti chiusi dallo scorso 17 gennaio, quando il Lazio è diventato zona arancione, i locali sono interdetti al servizio al tavolo e al bancone, concesso solo l’asporto.

Orari scaglionati per la riapertura di bar e ristoranti

La proposta delle due associazioni di categoria nel caso in cui il Lazio torni in zona gialla è quella di una riapertura di ristoranti e bar non solo a pranzo, ma anche a cena, con due fasce orarie sulle quale spalmare i clienti, in modo tale da garantire che nei locali vengano rispettate le misure di sicurezza e mantenuto il distanziamento sociale. Due turni dunque, uno dalle ore 12 alle 15 e l'altro dalle 19 alle 21.30. Se invece il Lazio domenica prossima dovesse restare zona arancione la proposta è di tenere comunque aperti bar e ristoranti, almeno fino alle ore 18, per scongiurare di andare in contro a capofitto verso ulteriori perdite. Il punto d'incontro potrebbe essere, propongono ordinanze che vietino il consumo di alcol in strada e assembramenti, misure utili a contenere i contagi, che non andrebbero ulteriormente a gravare su un settore già fortemente penalizzato.

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