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Le mani della camorra sui ristoranti di Roma: 13 arresti, anche i capo clan Angelo e Luigi Moccia

Tredici arresti all’alba tra Roma e Napoli, colpiti gli interessi e la penetrazione economica nel clan Moccia nella capitale. Ordinanza di custodia cautelare anche per i boss Luigi e Angelo Moccia che investivano in immobili e ristoranti i proventi delle attività criminali dell’organizzazione camorristica. La capitale è una delle grandi lavatrici di denaro sporco delle mafie.
A cura di Valerio Renzi
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Questa mattina all'alba a i carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, con la collaborazione dei Comandi locali dell'Arma, hanno eseguito 13 arresti tra Roma e Napoli. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, arrivano al termine di una lunga inchiesta iniziata nel 2017 che ha messo nel mirino gli affari del clan Moccia nella capitale. In manette anche quelli che sono considerati i due boss del clan di camorra: Angelo e Luigi Moccia. Gli indagati sono accusati a vario titolo di estorsione, intestazione fittizia di beni, esercizio abusivo del credito con l'aggravante del metodo mafioso. L'indagine è partita dopo la scarcerazione di Angelo Moccia, con l'obiettivo di ricostruire la sua rete di affari ed economica.

Sequestrati anche beni per quattro milioni di euro. Il clan aveva investito il provento delle proprie attività illecite in numerose attività commerciali nella capitale, in particolare ristoranti, oltre ad estorcere denaro e a prestare soldi con tassi da usurai con l'obiettivo di entrare in possesso di altre attività economiche. Le indagini hanno anche individuato la capacità del gruppo criminale di acquistare beni immobili o di lusso, come automobili, tramite prestanome così da evitare che venissero confiscati dopo le condanne per associazione mafiosa subite da alcuni degli affiliati al clan.

Il clan Moccia dagli anni '70 opera nei comuni di Afragola, Casoria, Arzano, Caivano, nell'hinterland Nord e Nord-Est di Napoli. Una delle roccaforti del gruppo è il famigerato Parco Verde di Caivano, dove controllano in particolare lo spaccio di stupefacenti. La presenza del gruppo a Roma è provincia è documentata dai primi anni 2000: gi

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