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Le occupazioni da sgomberare per il prefetto: ci sono centinaia di famiglie, Spin Time e CasaPound

Il prefetto di Roma di Roma ha aggiornato l’elenco degli immobili da sgomberare. L’assessore Zevi promette che sarà utilizzato il “metodo Caravaggio”, garantendo una casa a tutti gli aventi diritto. Nell’elenco occupazioni abitative, il centro sociale Spin Time e l’occupazione di estrema destra CasaPound.
A cura di Valerio Renzi
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Il prefetto di Roma Matteo Piantedosi ha firmato un documento in cui fa ripartire la macchina degli sgomberi solo parzialmente "inceppata" dalla crisi pandemica. Le priorità per il rilascio degli immobili è messa nero su bianco. Oltre a quelli già noti se ne vanno ad aggiungere altri dieci, visti altrettanti episodi decreti dell'autorità giudiziaria. Ci sono gli ex uffici di Atac occupati nel 2013 dai movimenti per il diritto all'abitare in via Tiburtina 770. Poi c'è la storica occupazione di via del Porto Fluviale a Ostiense dove vivono centinaia di persone, e al terzo posto le circa 90 famiglie che abitano al civico 13 di via Calpurnio Bibulo a Don Bosco, appartamenti che furono requisiti proprio per l'emergenza abitativa ma che poi il comune non acquisto all'asta fallimentare nel 2018 per farne delle case popolari.

Al quarto posto l'ex sede dell'Inps alla periferia Sud di Roma, in via Tuscolana 1782 in zona Anagnina (anche qua parliamo di un centinaio di famiglie). Compare poi l'insediamento abusivo (per lo più di cittadini rom) in via Melibeo 7 a La Rustica, e al sesto posto compare un'are industriale al civico 63 di via Pieve Torina su via Tiburtina oltre il Raccordo.

Al settimo posto c'è l'edificio di via Santa Croce in Gerusalemme dove è nato Spin Time, che è sia un'occupazione abitativa quanto uno spazio di aggregazione sociale e culturale, dove ha trovato casa "La Redazione", lo spazio autogestito dai giovani della rivista Scomodo. Gli ultimi tre posti sono occupati dallo stabile in via Tiburtina 1.250 e al decimo l'occupazione di via Maria Adelaide, dove vivono decine di famiglie da circa vent'anni. Al penultimo posto lo stabile di via Napoleone III che è la sede del movimento neofascista di CasaPound, il cui sgombero è al centro da anni delle richieste della politica (l'ex sindaca Virginia Raggi avrebbe voluto vedere lo stabile liberato prima del mandato, l'attuale sindaco Gualtieri aveva preso l'impegno in campagna elettorale.

In tutto sono 29 gli immobili da sgomberare per il Prefetto Piantedosi. La prima del nuovo piano sgomberi è l'occupazione di Metropoliz in via Prenestina 913, dove ha sede il Museo dell'Altro e dell'Altrove (che abbiamo spesso raccontato con i nostri servizi). Poi le occupazioni abitative dell'ex clinica di Valle Fiorita e il gigantesco edificio di viale delle Province 196. CasaPound è al decimo posto.

Tobia Zevi: "Garantire una casa a tutti"

La speranza dell'amministrazione comunale è quella di applicare ovunque il "metodo Caravaggio", con riferimento allo stabile liberato nel giugno del 2021, garantendo, grazie all'impegno della Regione Lazio, a tutte le famiglie che ne avevano i requisiti il passaggio da casa a casa. "Dobbiamo evitare che chi è in difficoltà resti senza casa e lavoreremo per dare un luogo dove vivere a chi ne ha diritto. I criteri secondo cui viene stilato l'elenco degli immobili da sgomberare sono molteplici, tra questi: risarcimenti alla proprietà, tutela dell'incolumità delle persone, ripristino di sicurezza o ordine pubblico.  – ha fatto dichiarato poco fa l’Assessore al Patrimonio e alle Politiche Abitative, Tobia Zevi .- Rispetto a quest’ultimo criterio, occorre ricordare che all’interno dell'immobile sito in Napoleone III, occupato dal movimento CasaPound, sono state organizzate riunioni e manifestazioni di estrema destra, con la presenza di noti estremisti, nel corso delle quali più volte è stata violata la Legge Mancino contro l'istigazione all'odio razziale e sono stati propagandati messaggi di inaccettabile intolleranza. Nella nostra città non c'è posto per tutto questo".

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