L’assalto al pullman del Pistoia e il masso sul parabrezza: così un gruppo di ultras ha ucciso l’autista Raffaele Marianella

Un omicidio e una strage sfiorata è il bilancio dell'assalto al pullman dei tifosi del Pistoia basket sulla supestrada Rieti-Terni avvenuto nella serata di ieri, domenica 19 ottobre. La Procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta per omicidio volontario su quanto accaduto all'altezza dello svincolo di Contigliano, dopo il match disputato tra il Pistoia basket 2000 e la Real Sebastiani Rieti nel tardo pomeriggio al PalaSojourner.
Fanpage.it ha parlato con alcune persone che hanno assistito alla partita, hanno riferito che non ci sono stati particolari disordini o tafferugli. Le tifoserie avversarie sono state animate da alcuni cori, ma nulla nello svolgimento della competizione ha lasciato presagire il brutale assalto che si è verificato alcune ore dopo, mentre i tifosi tornavano a casa.
A bordo del pullman viaggiavano quarantacinque tifosi, stavano rientrando in Toscana dopo una giornata trascorsa all'insegna dello sport, del divertimento e soprattutto di una delle loro grandi passioni: il basket. La loro squadra del cuore, il Pistoia 2000, che amavano seguire e sostenere per le partite. Trasferte che appunto sono sempre state occasioni d'incontro e di scambio, per passare del tempo insieme.
Il pullman è partito e stava percorrendo tranquillamente la superstrada Rieti-Terni, la scorta li ha lasciati proseguire. Poi, l'assalto: stavano viaggiando a circa 90 chilometri all'ora quando a un certo punto hanno avvertito un colpo sul parabrezza. Non hanno subito capito di cosa si trattasse. Ci sono state delle grida, l'autista ha accostato sulla destra. Tutto è successo velocemente. Non capendo cosa stava accendo e il motivo per il quale il pullman si era fermato alcuni tifosi sono scesi e hanno assistito a una scena drammatica: un uomo era sdraiato sull'asfalto e intorno a lui c'erano gli operatori sanitari che provavano a rianimarlo, praticandogli il massaggio cardiocircolatorio.
Quell'uomo era Raffaele Marianella, il secondo autista del pullman. Due pietre hanno colpito il parabrezza, una ha sfondato il vetro, colpendolo. Un tentativo di rianimazione durato oltre mezz'ora, purtroppo senza esito, perché il decesso è sopraggiunto praticamente sul colpo. La seconda pietra lanciata contro il vetro del pullman fortunatamente non è riuscita a sfondare il lato del parabrezza nel punto in cui sedeva il conducente, ma si è sfiorata la strage. Raffaele Marianella aveva sessantacinque anni, era originario di Roma ma viveva a Firenze, dov'era residente. Era prossimo alla pensione.