L’allarme dell’assessore D’Amato: “Dall’Ucraina tanti profughi no vax per motivi religiosi”

La Regione Lazio ha attivato un hub alla stazione Termini di Roma dedicato ai cittadini provenienti dall'Ucraina. Là si possono fare tamponi, vaccini e si può richiedere un codice per accedere a tutti i servizi sanitari. Le strutture mediche del Lazio, inoltre, hanno già attivato protocolli per offrire cure gratuite a tutti i profughi che stanno scappando dalla guerra. L'assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato, mette però in guardia: L'Ucraina, spiega in un'intervista rilasciata a La Repubblica, "è una delle aree con il più basso tasso di vaccinazione in Europa, ci sono una serie di motivi, primo tra tutti è quello religioso. Gli ortodossi, lo sappiamo, sono molti cauti verso la vaccinazione. Abbiamo vissuto queste difficoltà anche le Lazio, non solo con gli ortodossi, anche con i Sikh. La differenza l'ha fatta il coinvolgimento delle autorità religiose. Mi appello a loro in questo momento. Il loro aiuto è fondamentale". L'Ucraina è infatti il Paese meno vaccinato dell'area europea con il 63 per cento di cittadini che non sono stati immunizzati neanche con una dose. Per fare un confronto, in Italia non ha ricevuto la prima dose soltanto il 16 per cento della popolazione.
D'Amato: "Non voglio essere allarmista, ma bisogna organizzarsi"
Molti profughi in arrivo dall'Ucraina, ha avvertito D'Amato, si rifiutano di vaccinarsi. La proposta dell'assessore è quella di intervenire ai confini con la Polonia e la Romania con ospedali da campo e team di vaccinatori: "Non voglio essere allarmista. Ma è giunto il momento di organizzarsi. E non solo noi nel Lazio, serve un coordinamento strutturato a livello nazionale ed Europeo. Se vogliamo davvero fare prevenzione bisogna andare nelle aree di prima accoglienza. E non dico in Italia, ma ai confini con l'Ucraina. Ci sono 8 punti dove i profughi si raccolgono, tra Polonia, Romania, e gli altri paesi limitrofi. Ci sono team di medici del Lazio pronti a partire. Lì potremmo allestire degli ospedali da campo, oppure appoggiarci a quelli già esistenti, e vaccinare e tamponare tutti gli ucraini che vogliono venire in Italia. Possiamo portare farmaci, dare supporto alle famiglie. Ma tutto questo deve fare parte di un'azione coordinata".