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La Sapienza occupata aderisce alla mobilitazione internazionale contro fossile: “Ateneo è complice”

“Le multinazionali fossili estrattrici finanziano i progetti universitari e borse di dottorato e l’ateneo le sponsorizza, cancellando le loro responsabilità sull’ambiente”, scrivono gli studenti in protesta all’università contro la crisi climatica che hanno aderito all’End Fossil Occupy.
A cura di Beatrice Tominic
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"Da oggi l'Università La Sapienza sarà occupata per rompere la quotidianità universitaria e organizzare attività aperte a tutta la città per persone di tutte le generazioni". L'obiettivo, spiegano gli e le studenti in protesta per la crisi climatica, è quello di riappropriarsi degli spazi: "Occupiamo con i nostri corpi uno spazio che già da troppo tempo si schiera con aziende che hanno le maggiori responsabilità della crisi climatica, che hanno alimentato finora il motore di una crescita economica insensata con le fonti più dannose in assoluto: carbone, petrolio e gas".

Con l'occupazione dell'Università Sapienza, anche le università italiane hanno aderito alla mobilitazione internazionale End Fossil Occupy. Le proteste sono partite nella serata di ieri nella sede di Geologia, quando un gruppo di studenti ha invitato tutti gli altri e le altre a partecipare ad un'assemblea nell'aula magna della facoltà "per un'università libera dalle influenze fossili".

Già a partire da oggi, è previsto un fitto programma di dibattiti e presentazioni sul tema organizzati in collaborazione con altre associazioni, come Fridays for Future Roma, No Tav, Recommon, Berta Caceres, Knowledege Farm, con centri specializzati come il Cirf, Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale e con docenti.

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Le critiche agli atenei e alla Sapienza

Le università, denunciano gli e le studenti in protesta, permettono l'ingrasso di aziende ecocide e belligeranti con accordi su finanziamenti per progetti di ricerca e borse di dottorato e le sponsorizzano nei Career Days.

"La Sapienza è diventata ormai casa delle multinazionali fossili estrattrici (Total, Shell, Enel, ENI), ma anche del settore della logistica e della grande distribuzione, oltre che dell’allevamento e agricoltura intensivi; senza dimenticare i giganti dell’industria bellica tra cui Leonardo-Fincantieri. In generale denunciamo inoltre il ruolo del CdA all'interno dell'università che ne ha guidato l’aziendalizzazione: l'ingerenza delle società si ripercuoterebbe anche nella didattica dell'ateneo.

"Queste aziende – hanno continuato poi gli e le occupanti – hanno il potere di indirizzare le politiche delle istituzioni nazionali e sovranazionali", hanno aggiunto portando come dimostrazione l'arresto nella transizione ecologica dopo l'inizio della guerra. "La presenza degli atenei al fianco di queste compagnie fornisce una narrazione che cancella le loro responsabilità".

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Le richieste di End Fossil Occupy Roma

I ragazzi e le ragazze che hanno occupato l'aula di geologia della Sapienza, oltre a calare lo striscione alle spalle della Minerva presto rimosso, si sono accampati davanti alla facoltà con diverse tende. Oltre alle iniziative, hanno espresso le loro richieste: dalla cessazione di ogni accordo, convenzione o progetto di ricerca ora in vigore della Sapienza con le aziende da loro giudicate responsabili della crisi climatica, alla pubblicazione dei dettagli dei progetti di ricerca attuali e dei finanziamenti ricevuti da ogni azienda legata a La Sapienza, in modo che siano facilmente consultabili in modo chiaro e trasparente. L'ultima richiesta, infine, è quella di istituire un comitato di docenti scelto durante le giornate di occupazione che faccia proposte per una didattica alternativa sulla crisi ecosociale, ma non di ecologismo di facciata.

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