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Ilaria Salis detenuta in Ungheria

“Ilaria Salis muori”: scritte e svastiche di fronte l’ambasciata di Ungheria a Roma

Croci celtiche e svastiche. La scritta “Ilaria Salis muori”. Questo è quanto apparso nella serata di ieri su un muro a pochi passi dall’ambasciata di Ungheria.
A cura di Beatrice Tominic
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Le scritte sul muro e Ilaria Salis.
Le scritte sul muro e Ilaria Salis.
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Croci celtiche, svastiche e scritte sono apparse ieri sera a pochi passi dall'ambasciata di Ungheria. "Il fascismo non si processa, Ilaria muori", è quanto scritto su uno dei muri poco distante dall'ambasciata di Ungheria, in via Malpighi, verso le 22.40 di mercoledì 28 febbraio 2024. "Camerati liberi", si leggeva ancora, scritto con uno spray di colore nero sui muri grigi. Le scritte sono ancora fresche, apparse da poco. Tranne una: inizialmente sulla parete ci doveva essere scritto "l'antifascismo non si processa", a difesa della maestra trentanovenne. Di fresco, su quella parte di scritta, soltanto uno scarabocchio per cancellare la scritta "anti" e una i.

Sul posto, non appena allertati, sono arrivati gli agenti del commissariato di Porta Pia insieme ai colleghi della scientifica che hanno immediatamente iniziato i rilievi del caso. Oggi, a meno di ventiquattro ore dalla creazione delle scritte, sul muro non c'è più nulla.

Le reazione del ministro degli Esteri ungherese

Le scritte sono state realizzate dopo che, proprio mercoledì sera, il ministro degli Esteri ungherese è intervenuto sul caso di Ilaria Salis, detenuta in Ungheria dopo l'arresto dell'11 febbraio del 2023 con l'accusa di lesioni nei confronti di tre neonazisti. Recentemente è apparsa in tribunale con mani e piedi bloccati da catene.

"È sorprendente che dall'Italia si cerchi di interferire in un caso giudiziario ungherese. Spero che Ilaria Salis riceva la meritata punizione in Ungheria – ha dichiarato il ministro ungherese Péter Szijjartó – Ilaria Salis non è una vittima, qui le persone vengono uccise da gruppi di sinistra".

Non ha tardato ad arrivare il commento da parte dell'omologo italiano Antonio Tajani: "Nessuna interferenza. da parte italiana. Ma ci preoccupiamo di ciò per cui dobbiamo preoccuparci, cioè della tutela dei diritti dei detenuti. Lo facciamo per Salis e per tutti i detenuti italiani nel mondo", ha chiarito.

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