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Ilaria Salis detenuta in Ungheria

Ilaria Salis in tribunale a Budapest con mani e piedi incatenati, Tajani: “Chiediamo i domiciliari”

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto che l’Italia proverà a chiedere i domiciliari per Iliaria Salis, che è stata portata in tribunale a Budapest per il processo ammanettata e incatenata.
A cura di Annalisa Cangemi
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La 39enne Ilaria Salis, detenuta da quasi un anno in Ungheria in condizioni disumane e degradanti (come lei stessa ha denunciato), è stata portata in tribunale a Budapest con manette ai polsi e piedi legati da catene. Per l'insegnante di Monza, accusata di aver aggredito l'11 febbraio del 2023 due estremisti di destra nella capitale ungherese, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha detto che l'Italia proverà a ottenere i domiciliari.

"Anche stamani il nostro ambasciatore in Ungheria andrà al ministero a protestare per questo trattamento riservato a una detenuta" e "si vedrà se si potranno ottenere gli arresti domiciliari e poi se si potrà portare in Italia per scontare la pena". Prima vanno ottenuti, tramite gli avvocati, gli arresti domiciliari in Ungheria, "poi si potrà pensare di trasformare gli arresti domiciliari in Ungheria in arresti domiciliari in Italia", ha spiegato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervistato da Radio Anch'io della Rai, assicurando che il ministro della Giustizia Carlo Nordio sta seguendo il caso da vicino.

Dopo che Ilaria ha fatto il suo ingresso nell'Aula del tribunale, indossando un maglione chiaro a strisce orizzontali e tenendo in mano una borsa scura, con braccia e gambe incatenate, il nostro Paese ha reagito convocando l'ambasciatore ungherese a Roma.

"Questa volta mi sembra che si sia ecceduto", ha detto il vicepremier, si tratta di "violazione delle orme comunitarie" e non è "in sintonia con la nostra civiltà giuridica". Il processo è rinviato al 24 maggio: la procura ungherese ha chiesto 11 anni di carcere per la donna, mentre lo scorso giugno era arrivato no dei giudici ai domiciliari. Ilaria Salis che si è dichiarata non colpevole, affermando che "non ci sono prove" contro di lei. Inoltre la detenuta ha contestato l’impossibilità di visionare le immagini delle telecamere di sorveglianza, su cui si basano le accuse, e la mancata traduzione degli atti in inglese e in italiano, che di fatto le ha impedito di comprendere nel dettaglio i reati di cui è chiamata a rispondere.

La denuncia del padre di Ilaria Salis

La petizione su Change.org, lanciata dal comitato che porta il suo nome, ha raggiunto le 50mila firme. Il padre della donna, Roberto Salis, che ha voluto incontrare il ministro della Giustizia Carlo Nordio, da mesi cerca di sensibilizzare le istituzioni italiane sulle condizioni poco dignitose che la figlia è costretta a subite nel carcere ungherese: "Mia figlia viene trattata come un animale", ha detto l’uomo dopo aver visto Ilaria entrare in tribunale ammanettata e trascinata dalla guardia carceraria. "È da 11 mesi che non stiamo scherzando ma stiamo dicendo i fatti – ha aggiunto – Il punto è che sia i politici e il governo sia anche molti giornali fanno finta di non vedere e continuano a parlare del fatto se sia colpevole o no, lasciando in totale secondo piano il fatto che c’è una violazione vergognosa dei diritti civili".

L’associazione dei Giuristi democratici, di concerto con l’associazione europea ELDH (European Association of Lawyers for Democracy and Worl Humna Rights), ha inoltre sottolineato come Ilaria rischi di scontare una pena spropositata, visto che i due neonazisti feriti non hanno riportato lesioni gravi: "La preoccupazione investe anche la sproporzione dell’ipotesi di reato contestata rispetto alla reale entità dei fatti: Ilaria Salis si vede contestate delle lesioni potenzialmente mortali a fronte di prognosi di 5 ed 8 giorni; in altre parole, per un reato che, nel nostro ordinamento sarebbe perseguibile a querela (lesioni lievi), Ilaria Salis rischia una pena fino a 24 anni", si legge in una nota dell'ELDH.

Le reazioni politiche

"Le immagini che giungono da Budapest non possono lasciarci indifferenti. Non è ammissibile che Ilaria Salis, cittadina italiana sotto processo in Ungheria, sia condotta nell'aula del tribunale in catene. Ora il padre afferma che la nostra ambasciata sapeva del trattamento subito dalla figlia. Se vero sarebbe molto grave", ha detto il presidente dei senatori Pd, Francesco Boccia.

"È in corso – ha aggiunto – un processo che deve svolgersi seguendo le regole comunitarie e quelle della civiltà giuridica in cui tutta Europa si riconosce. Bene ha fatto il ministro Tajani a convocare l'ambasciatore ungherese a Roma. A questo punto chiediamo che si attivi il ministro della Giustizia del nostro Paese per chiedere, attraverso gli avvocati, se siano possibili gli arresti domiciliari in Italia di Ilaria Salis. Ma noi pensiamo che a questo punto serva un intervento della presidente Meloni nei confronti del presidente Orban: non è accettabile – ha ribadito Boccia – che una cittadina italiana sia trattata in un tribunale europeo nel modo in cui è stata trattata Ilaria Salis". 

Il M5s ha annunciato che presenterà un'interrogazione alla Commissione europea "chiedendo se ritiene accettabile il trattamento di Ilaria, che è una cittadina europea", ha fatto sapere in una nota Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. "Le catena a mani e piedi sono solo l’ultima palese violazione di diverse norme europee oltre che della Convenzione europea dei diritti dell'uomo del Consiglio d’Europa, dall’11 febbraio, giorno in cui è stata arrestata, è costretta a mangiare con le mani e nella sua cella ci sono cimici, scarafaggi e topi. I secondini le hanno consegnato abiti sporchi e tacchi a spillo. Salvini e Meloni che per anni hanno difeso le politiche ungheresi apriranno adesso gli occhi? Su Orban basta silenzi complici. È il momento di intervenire. Riportiamo Ilaria a casa", ha concluso.

Duranten la seduta a Montecitorio i parlamentari di Pd, M5S, Avs, Azione, Iv e +Eu hanno chiesto un'informativa urgente alla presidente del Consiglio Meloni, e Forza Italia e Lega hanno espresso parere favorevole alla richiesta: "Le scioccanti immagini di ieri di Ilaria Salis, ammanettata in modo indegno nel tribunale di un Paese di cui Giorgia Meloni si vanta di essere amica, ci lasciano esterrefatti. All'apertura dell'Aula chiederemo subito un'informativa urgente alla Presidente del Consiglio. La gravità della situazione richiede informazioni e interventi immediati. Vogliamo capire se il governo, tramite la Farnesina, già sapeva delle condizioni di Ilaria. Ci auguriamo che Giorgia Meloni metta gli interessi dei cittadini italiani prima di quelli di Orban", ha detto all'Ansa Francesco Silvestri, capogruppo M5s alla Camera.

"Bisogna riportare in Italia Ilaria Salis: lo prevede una decisione quadro del Consiglio europeo del 2009 che offre la possibilità, in attesa di un processo, di applicare misure alternative al carcere, tra cui gli arresti domiciliari nel paese di cittadinanza. Serve che Giorgia Meloni alzi il telefono, chiami il suo amico Orban e comunichi la decisione manifestando lo sdegno dell'Italia. Se lo fa avrà tutto il Parlamento a sostenerla", ha detto Giuseppe Provenzano, deputato Pd, nell'Aula alla Camera.

Nel caso di Ilaria Salis "siamo in presenza di una palese violazione del diritto europeo relativo alle persone sottoposte a processo", ha commentato in un'intervista a La Stampa Emma Bonino, ex ministra degli Esteri. L'immagine della maestra italiana, "legata mani e piedi, come se fosse una prigioniera di guerra medievale? Esistono convenzioni e trattati sui giusti processi e il rispetto dei diritti umani anche dei detenuti. Ho visto che anche il ministro Tajani ha fatto un tweet su X per chiedere il rispetto dei diritti umani. Pare che adesso si comunichi così perfino tra governi".

La Convenzione europea prevede "l'adozione, da parte degli Stati membri, di misure appropriate per garantire che gli indagati e imputati non siano presentati come colpevoli, in tribunale o in pubblico, attraverso il ricorso a misure di coercizione fisica". Il ministro degli Esteri "dovrebbe dire chiaramente cosa sta facendo il governo, ad esempio dovrebbe chiedere all'Ungheria di permettere che Ilaria Salis trascorra il periodo di custodia cautelare ai domiciliari in Italia, che tra l'altro è un'opzione prevista dalla Decisione del Consiglio d'Europa, affinché i suoi diritti fondamentali siano garantiti". Bonino non vuole "nemmeno immaginare che l'iniziativa del governo sia stata condizionata o peggio ancora frenata a causa dell'orientamento politico. Spero piuttosto che siano intervenute delle difficili comunicazioni tra governi italiano e ungherese".

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