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Ilaria Salis detenuta in Ungheria

Il video di Ilaria Salis oggi in aula a Budapest di nuovo in catene e al guinzaglio: negati i domiciliari

Oggi, 28 marzo, a Budapest si tiene la nuova udienza del processo a carico di Ilaria Salis. Come già accaduto lo scorso 29 gennaio, l’insegnante monzese è stata portata in aula con catene a mani, piedi e guinzaglio. Insultati e minacciati gli amici della 39enne al loro arrivo in Tribunale.
A cura di Enrico Spaccini
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Ilaria Salis entra in Tribunale a Budapest per l'udienza del 28 marzo (frame da Maurizio Acerbo - X)
Ilaria Salis entra in Tribunale a Budapest per l'udienza del 28 marzo (frame da Maurizio Acerbo – X)
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Ilaria Salis è tornata al Tribunale di Budapest per la nuova udienza ancora con mani e piedi incatenati e un guinzaglio tenuto in mano da un'agente. Al termine dell'udienza di oggi, 28 marzo, il giudice ungherese ha deciso di respingere la richiesta di passare agli arresti domiciliari avanzata dal legale della 39enne, Gyorgy Magyar. "Le circostanze non sono cambiate", ha detto Jozsef Sós, secondo il quale sussisterebbe il "pericolo di fuga" dell'imputata.

L'opinione pubblica aveva già assistito alla scena dell'insegnante monzese in catene nell'aula del Tribunale lo scorso 29 gennaio, quando dopo quasi un anno di detenzione in carcere in condizioni "disumane" l'insegnante 39enne si è presentata in aula in manette per ribadire la propria "estraneità ai fatti" che le vengono contestati. Per lei la Procura di Budapest ha chiesto una condanna a 11 anni di carcere per aggressione, lesioni in concorso e perché accusata di far parte di "un'associazione estremista". Gli amici di Salis, arrivati al Tribunale di Budapest per darle supporto, sarebbero stati insultati e minacciati da un gruppo di estremisti di destra.

L'autorizzazione di Ilaria Salis alla diffusione delle immagini in catene

Su un foglio a righe, scritto a mano, Ilaria Salis avrebbe dato la propria autorizzazione alla "stampa italiana a pubblicare immagini che mi ritraggono con le manette e tutte le catene che eventualmente decideranno di mettermi in occasione dell'udienza del 28 marzo 2024″.

In via del tutto eccezionale in quest’occasione le immagini di una persona ammanettata hanno senso di essere pubblicate. E non solo perché lei ne ha autorizzato la diffusione, ma soprattutto perché rappresentano una prova concreta e visibile di quanto Ilaria Salis e la sua famiglia denunciano da tempo: le condizioni disumane in cui è costretta a vivere. Pertanto le immagini, per quanto forti, rappresentano esse stesse prova della denuncia.

La richiesta degli arresti domiciliari respinta nell'udienza di oggi a Budapest

Nell'udienza di oggi, 28 marzo, il giudice ungherese ha deciso di respingere la richiesta degli arresti domiciliari avanzata dal legale di Salis, Gyorgy Magyar, da scontare in Italia oppure a Budapest. La 39enne, dunque, dovrà rimanere in carcere a Budapest dove è detenuta da quasi 13 mesi.

Secondo l'accusa, l'insegnante monzese avrebbe partecipato al pestaggio di due neonazisti avvenuto il 10 febbraio 2023 in occasione del ‘Giorno dell'Onore'. Il giorno seguente è stata arrestata e condotta in carcere, dove è costretta ormai da oltre un anno. Nelle sue lettere e nel diario, Salis ha già raccontato più volte le pessime condizioni di vita nella cella, dove si sente "tumulata viva, segregata in un mondo alieno, in un baratro oscuro". Una delle presunte vittime sarà ascoltata in aula in questa nuova udienza, insieme a due testimoni.

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