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Il VI municipio di Roma dà il patrocinio all’evento di CasaPound per per il rimpatrio forzato dei migranti

Sotto la sigla ‘Remigrazione e riconquista’, CasaPound sarà ospite del VI Municipio per un evento dedicato al ‘rimpatrio’ dei migranti. L’iniziativa è patrocinata dalla stessa circoscrizione.
A cura di Natascia Grbic
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Una sala del municipio per ospitare CasaPound e un incontro sulla ‘remigrazione’, ossia il ritorno forzato dei migranti nei loro paesi d’origine. L’iniziativa, promossa dall’estrema destra per il 12 dicembre (anniversario della strage di piazza Fontana), non si svolge in un municipio qualunque, ma proprio nell’unico di Roma amministrato dalla destra, che ne ha concesso il patrocinio. La sigla è ‘Remigrazione e Riconquista’, nuova forma con cui CasaPound si presenta al pubblico.Un ‘comitato’ nato per presentare una proposta di legge basata su uno slogan oggi tipico delle formazioni razziste e xenofobe, su cui le destre europee e non solo, stanno cercando di costruire consenso.

A darne notizia è stata la Repubblica. Il minisindaco del VI municipio Nicola Franco, intervistato dal quotidiano, ha spiegato che “il patrocinio è obbligatorio per poter utilizzare la sala, questo non significa che noi sposiamo l’iniziativa. Noi siamo democratici, diamo la sala a tutti. Anche alle associazioni di estrema sinistra. Vogliamo impedire che i cittadini raccolgano firme per una proposta di legge? Nella locandina non c’è nessun logo di CasaPound e all’evento partecipa la mamma di Pamela Mastropietro. Il municipio è la casa del popolo, qui mancano luoghi di aggregazione. Se faranno cose che vanno contro le regole democratiche interverremo”.

Le parole d’ordine sono sempre le stesse: remigrazione, immigrazione ‘incontrollata’, sicurezza, aiuti statali sì, ma solo agli italiani. Parole pensate per soffiare sul fuoco della paura e alimentare le guerre tra poveri in un territorio, come quello di Tor Bella Monaca, che vive già in un forte contesto di disagio sociale. Slogan che aggirano i problemi reali del quartiere – dallo spaccio, alla mancanza di servizi – puntando il dito contro un ‘nemico’ facile da individuare, e che diventa il capro espiatorio perfetto.

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