Il boss albanese e l’acquisto del bazooka per sparare contro la casa dell’imprenditore

Elvis Demce, il boss albanese a capo della nuova criminalità romana, voleva uccidere Tonino Luciani e il suo socio Ariosto Pasquazzi, entrambi con interessi in società edili, ponteggi e nella società calcistica Cavese: per farlo, aveva incaricato un uomo di fiducia per comprare "un bazooka da utilizzare contro la casa dei Luciani".
Come si legge in un articolo su la Repubblica, infatti, l'imprenditore e il suo socio erano finiti nel mirino della banda che è stata sgominata nel mese di gennaio scorso dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma e del Nucleo Investigativo di Frascati. Secondo quanto decriptato dal server Sky Ecc, volevano rapirli oppure sparare contro la loro casa. "Ma quando je damo du' botte a sti indegni?", ha chiesto Demce a Francesco "Bigis" Bastianelli, uno dei suoi uomini di fiducia, postando in chat anche le foto dei due imprenditori.
La vicenda risale al 2021
È il mese di gennaio 2021 quando Demce ha manifestato i suoi piani: "Fra', sto a trovà nome cognome… così gli prendiamo famiglia giù e lo facciamo scendere – avrebbe detto – Gli dobbiamo levare almeno 500mila euro a ‘ste du' spie."
Come riporta nello stesso articolo il quotidiano, il mese dopo "Demce informa Bastianelli del carico di armi che ha effettuato dai fornitori calabresi e aggiunge che domani arriveranno e saranno a disposizione dell'associazione". Fra le armi presenti nelle foto che si scambiano ci sono M16, Ak47, pistole e il bazooka da utilizzare contro la casa di Luciani. Demce ha acconsentito all'acquisto e l'altro gli ha risposto specificando i nuovi arrivi: "Domani me portano ak e altri pure bazooka." Nel frattempo, sono stati effettuati anche dei "sopralluoghi per vedere chi ci sta all'interno della proprietà da colpire con atto intimidatorio" all'interno della villa di Velletri.
Secondo quanto riportato nell'articolo, però, uno degli indagati avrebbe deciso di concedere un ultimo avvertimento ai Luciani: "Stavano a un bar, me so fermato, ho preso ‘n caffe, loro m'hanno salutato e io gli ho detto subito: demo parlà de na cosa", ha raccontato in una chat.