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I colleghi del poliziotto 28enne morto in moto: “Accendi le sirene e parti per l’ultimo viaggio”

“Guidaci sempre sulla retta via, proteggici dall’alto e ogni tanto fatti sentire, perché ci mancherai. Accendi i lampeggianti, attacca le sirene e parti per il tuo ultimo viaggio”. La lettera dei colleghi di Giuseppe Maggio, il poliziotto morto a 28 anni in moto.
A cura di Alessia Rabbai
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I poliziotti colleghi di Giuseppe Maggio oggi si riuniranno nella Chiesa di San Giovanni Battista in via Garibaldi a Ladispoli vicino Roma, simbolicamente uniti con amici e parenti del ventottenne. Dalle ore 15 si svolgeranno i funerali nella Chiesa Cattedrale di San Nicolò a Nicosia, nel libero consorzio comunale di Enna. Maggio, siciliano, era un poliziotto della polizia stradale del Comando di via Settevene Palo, prestava servizio tra Cerveteri e Ladispoli, ma sarebbe stato a breve trasferito, per tornare a casa. È morto nella notte tra il 17 e il 18 settembre scorsi, caduto dalla moto mentre percorreva la Contrada Sant'Agrippina. I suoi colleghi gli hanno scritto una lettera commovente, pubblicata sui social network per ricordarlo e salutarlo con stima e affetto.

La lettera dei colleghi di Giuseppe Maggio

"Ciao Pe, che dirti…onestamente speravamo di non dover mai scrivere una cosa del genere ma purtroppo eccoci qua e, tra una lacrima e l’altra, ti vogliamo dire che siamo un po’ tutti arrabbiati con te! Secondo te è normale che te ne sei andato senza nemmeno salutare? Ai tuoi fratelli? Bah, onestamente credo che questa sia ineducazione. Non so se ti perdoneremo mai per ciò, però vabbe, tu sei Peppe, tu sei nostro fratello, a te tutto è concesso. Facciamo passare un po’ di tempo e sono sicuro che ti ricorderemo con il sorriso. Ma oggi no, ti giuro amico nostro, non riusciamo a non essere arrabbiati! Non te ne puoi andare così a 28 anni, non puoi lasciarci qua sulla Terra a soffrire, mentre tu chissà dove te la stai spassando…non si fa, ti ripeto: è ineducazione!

Oh Peppino nostro, bei momenti abbiamo passato insieme…ti ricordi quando prima della notte te ne uscivi con "oh ma inseguimenti ne dobbiamo fare sta notte?" "e vedi tu…io sono uscito solo per quello". E poi, come ogni santissima notte, ci ritrovavamo le classiche 5/6 volanti "de zona" al nostro amato bar, a bere il classico caffe delle 3 e a dire "niè raga, è finito il turno.

Amico nostro, adesso ti salutiamo, questo non è un addio ma un semplice arrivederci, sappi che non ti lasceremo mai solo, resterai sempre nei nostri pensieri e nella nostra quotidianità, ma ti raccomando di una cosa: guidaci sempre sulla retta via, proteggici dall’alto e ogni tanto fatti anche sentire perché ci mancherai assai! Adesso accendi i lampeggianti, attacca le sirene e parti per il tuo ultimo viaggio…"VENTUNO, IN USCITA PER NON FAR PIU' RIENTRO".

Ciao collè, dai tuoi fratelli del Terzo.

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