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Fiori in via Nomentana dove è stata investita e uccisa Elena Baruti: “Auto troppo veloci”

Le strisce pedonali di via Nomentana si sono riempite di rose e cartelloni in ricordo di Elena Baruti, la studentessa di 18 anni che giovedì scorso è stata investita da un’auto mentre attraversava la strada all’incrocio con via di Sant’Agnese. I residenti del quartiere Trieste Salario lanciano una nuova petizione dopo l’ennesima vittima della strada.
A cura di Paola Palazzo
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Foto di Sandro Calmanti
Foto di Sandro Calmanti

Un fiore per Elena e un fiore per dire "basta ai morti in strada". Così le strisce pedonali di via Nomentana si sono riempite di rose e cartelloni in ricordo di Elena Baruti, la studentessa di 18 anni che giovedì scorso è stata investita da un'auto mentre attraversava la strada all'incrocio con via di Sant'Agnese. "Noi romani vogliamo i dossi su via Nomentana! – si legge nella nuova petizione online lanciata dai residenti del quartiere Trieste Salario, indignati dall'ennesima vittima della strada – Alla luce dei recenti tragici accadimenti, sempre più numerosi, noi cittadini romani chiediamo l’installazione di dossi per regolare la velocità su via Nomentana, nota per il traffico intenso e pericoloso. Non bastano i semafori, né le strisce pedonali, bisogna agire per regolare la velocità di automobilisti e motociclisti, che spesso si sono visti coinvolti in tragici incidenti purtroppo mortali". 

Foto dal gruppo Facebook Salvaciclisti Roma
Foto dal gruppo Facebook Salvaciclisti Roma

L'appello dei Salvaciclisti Roma

La tragica scomparsa di Elena ricorda quella di Tommaso Mossa nel 2018: fu falciato da un Audi A3 mentre stava andando a prende l'autobus che l'avrebbe condotto agli allenamenti di basket. Morì a soli diciassette anni dopo cinque lunghi giorni in terapia intensiva. Elena e Tommaso sono morti a causa di "futili motivi", come ha scritto in un post Facebook Paolo Bellino, uno degli attivisti dell'associazione Salvaciclisti Roma, il cui intento è sensibilizzare sulla sicurezza dei ciclisti e pedoni nelle strade della Capitale: "Eppure niente accade. Ieri è morta Elena, l'altro ieri Gaia e Camilla, due Alice, Gianfilippo, due Luigi, vado così al volo a memoria, sono centinaia ogni anno i morti uccisi da chi lancia masse immani sulle strade italiane. Pare che la cosa non possa essere fermata, tantomeno da noi volontari, attivisti, definiamoci come capita ma siamo disarmati di ogni opportunità, abbiamo solo la ragione e il saper vedere cosa accade nella realtà che tutta la società rimuove".

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Le vittime di via Nomentana

Il triste elenco delle vittime di via Nomentana continua ad allungarsi di anno in anno. Nel maggio 2008 Alessio Giuliani e Flaminia Giordani persero la vita investiti da un'auto tra via Nomentana e viale Regina Margherita. "L'incrocio della morte" lo soprannominarono gli abitanti della zona, lo stesso punto dove pochi mesi fa, il 7 febbraio 2021, il venticinquenne Luis Andriu Figueroa è morto davanti agli occhi della sua ragazza: viaggiava in sella al suo scooter quando è stato travolto da una Ford Mondeo. E ancora Serena Greco, di 38 anni, anche lei  bordo del suo motorino viene travolta da una macchina all'altezza del semaforo tra Corso Trieste e la Nomentana. Oltre al suo compagno, Serena ha lasciato due figli piccoli. I cittadini chiedono più misure di sicurezza per evitare che macchine e motori sfreccino a tutta velocità sulla consolare che raggiunge Porta Pia.  "Oggi – si legge ancora sul gruppo Facebook dei Salvaciclisti – siamo costretti, in mancanza di alternative, a spargere fiori sulla carreggiata dove Elena, di 18 anni, ha trovato la morte così: per futili motivi"

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