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Fabrizio Marrazzo del Partito Gay escluso dal M5S: “Non può candidarsi”. Appello a Conte e polemiche

“È a capo del Partito Gay, non può candidarsi con noi”, dicono i sostenitori più puri del Movimento 5 Stelle. E c’è chi per difendere Marrazzo e Marina Zela, anche lei esclusa dalle candidature pentastellate, lancia un appello a Giuseppe Conte.
A cura di Beatrice Tominic
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"Abbiamo appreso, purtroppo, della decadenza delle autocandidature alle Europee degli attivisti LGBT+ Marina Zela e Fabrizio Marrazzo.Per questo facciamo un appello al Presidente Giuseppe Conte, ritenendo importante l’apertura alla società civile (come più volte sostenuto pubblicamente dal nostro Presidente) inserendoli nell’elenco delle Candidature civiche che si voteranno nei prossimi giorni". Questo l'appello lanciato da Kemail Pasovic e Massimiliano Gualdi nella loro pagina Amici 5 Stelle Diritti Civili ed Lgbt+ in difesa di Fabrizio Marrazzo e Marina Zela.

L'esclusione dalle candidature alle Europee di Marrazzo

Da tempo al vertice del Partito Gay di cui è fra i fondatori e iscritto al Movimento 5 Stelle dal 2022, Marrazzo ha presentato la candidatura alle Europee con i pentastellati e fin da subito sono scoppiate le polemiche. "Non può candidarsi, è iscritto ad un altro partito". Nonostante le prime polemiche, è riuscito a superare le parlamentarie, ma è stato escluso al secondo turno. Come lui, anche Marina Zela. In risposta, però, è arrivato l'appello di Pasovic e Gualdi.

L'appello sui social: "Sono valore aggiunto per M5S"

Pasovic e Gualdi hanno scelto di rivolgersi direttamente al presidente Giuseppe Conte con un appello. "Zela e Marrazzo rappresentano un pezzo molto importante della società e sono delle voci autorevoli e professionali sui diritti LGBT+ e il loro impegno per il Partito Gay LGBT+, con oltre a 20 anni di attivismo – scrivono sui social – È un arricchimento per il MoVimento 5 Stelle, che ne ha profondamente condiviso i contenuti ed i programmi: unico caso nella nostra storia", spiegano.

"Escluderli dalla competizione per questa appartenenza, sarebbe per noi una perdita. Questa candidatura rappresenterebbe la continuità politica di quanto già espresso nel 2022, quando lo stesso Presidente li candidò alle elezioni politiche", aggiungono, ricordando le numerose attività svolte in sinergia con loro come la legge per l'omobitransfobia, il fondo per le vittime LGBT+ e il programma più avanzato per i diritti LGBT.

"La conferma della loro presenza come attori nella politica nazionale ed europea, in questo momento dove la destra in Italia è al Governo, garantirebbe una maggiore tutela verso i diritti della comunità LGBT+, quotidianamente attaccati e nascosti. La loro esperienza, che li vede protagonisti da oltre 20 anni, inizia dall’associazionismo e li vede protagonisti: sono fondatori nel 2006 del primo numero verde nazionale Gay Help Line e nel 2016 hanno istituito la prima casa-famiglia LGBT+ in Italia – continuano – È decisamente più in linea con il MoVimento aprirsi ai diritti LGBT+, anziché escludere un Movimento Civico da sempre nostro amico".

Non ha tardato ad arrivare la risposta di Marrazzo e Zela che, ricondividendo l'appello sui loro canali social, hanno ringraziato tutti e tutte del sostegno.

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